Squadra – Kai x Rei


Riprendo lentamente conoscenza e, ricordando vagamente di non essere riuscito a lasciare il beyblade stadium al termine del mio incontro con Brooklyn, cerco di aprire a fatica gli occhi, ritrovandomi di fronte a qualche luce e macchia insensata. Non riesco a frenare un mugolo di fastidio, tornando con le palpebre abbassate mentre una voce ovattata che riconoscerei comunque fra mille mi chiede:
“Come ti senti?” sono sfinito. Non si nota, forse?
Tuttavia ignoro la sua domanda e, non volendo farmi vedere da lui, soprattutto non in questo modo, cerco di mettermi seduto, dovendo compiere uno sforzo non indifferente per riuscire a sollevarmi da quelle che, capisco ora, sono le sue gambe.
Ancora peggio.
“Ce la fai?” domanda, passandomi un braccio intorno alle spalle per aiutarmi.
“Lasciami stare.” ribatto irritato, cercando di scansarlo “… Non ho bisogno del tuo aiuto.” né di lui in particolar modo.
Non insiste e, una volta che riesco a tenere gli occhi aperti ed a riconoscere lo spazio intorno a me, mi rendo conto di essere ancora in corridoio.
“Dovresti andare in infermeria o addirittura in ospedale.” ci riprova, parlando a bassa voce, facendole assumere una nota preoccupata “… Ti accompagno.”
“Sei diventato improvvisamente sordo, forse?” eppure mi sembrava di essere stato chiaro! “… Ho detto che non ho bisogno del tuo aiuto!” quante volte dovrò ripeterglielo ancora?
Cerco di alzarmi ma un giramento di testa me lo impedisce e lui, dannazione a me, se ne accorge, dal momento che, aiutandomi a rimanere seduto, mi riprende:
“Ma non ti rendi conto di quanto sei debole in questo momento?”
“Debole sarai tu.” sibilo a denti stretti.
Non ha la prontezza di ribattere e questo dà a me la possibilità di aggiungere:
“Vattene e lasciami in pace.” non voglio parlargli, non voglio guardarlo! Non voglio più avere niente a che fare con lui!
Tuttavia non mi ascolta e, dopo qualche secondo che trascorre in silenzio, mi domanda:
“Che ti prende?”
“Niente.”
“Non è vero.” replica, senza celare una certa sconsolazione “… Non fai altro che evitarmi. E, se non puoi evitarmi, mi ignori.” ah, se n’è accorto! Quale onore! “… Siamo compagni di squadra, te ne rendi conto?” si sbaglia.
“Noi non siamo compagni di squadra.” sibilo ancora, causandogli una leggera risatina che non dovrebbe risultare così nervosa.
“Anche se all’inizio non era così, ora ti sei schierato dalla nostra parte. Questo ci rende compagni, non credi?”
“Affatto. Volevo solo avere la mia rivincita su Brooklyn.” e loro si sono rivelati il mezzo più semplice e veloce, tutto qui.
Ora, se non gli dispiace, può anche andarsene, visto che non credo di avere ancora le forze per poterlo fare io.
Invece lui resta, riprendendo dopo qualche secondo:
“Quindi sei veramente cambiato? Hai veramente ripreso a non credere allo spirito di squadra?”
“La squadra è solo un mezzo per giungere al proprio obiettivo.” affermo, stringendo una mano a pugno.
E chiunque la pensi diversamente si sbaglia!
“Non è vero.” ribatte fin troppo seriamente “… La squadra è amicizia, è avere dei compagni con cui…”
“STA’ ZITTO!” esclamo, non riuscendo a tollerare una sola parola sull’argomento.
Amicizia? Compagni?
Che non mi prenda in giro!
“Non ho intenzione di farmi fare la predica da uno come te!” aggiungo, senza riuscire a controllarmi.
“Kai…” no!
“Niente Kai!” lo zittisco, voltandomi a guardarlo affinché capisca perfettamente quanto la cosa mi mandi in bestia “… Non venire a farmi la predica sul significato di squadra, quando sei stato TU il primo ad andartene!” ne resta sorpreso ma questo non mi impedisce di continuare a sputargli in faccia quello che penso:
“TU te ne sei fregato di tutto e di tutti ed hai scelto di tornartene in Cina, senza badare a chi ti stava intorno! TU non ti sei fidato dei tuoi compagni ed hai preso le tue scelte da solo!” ha lasciato la squadra, così!, senza nemmeno provare a confidarsi!”… Te ne sei infischiato di ogni legame che c’era per raggiungere il tuo obiettivo, ci hai abbandonato ed ora vorresti spiegare a me cosa significa avere una squadra e dei compagni?!” che non mi faccia ridere, non ne ho voglia! “… Per te i bladebrackers non contavano niente!” io non contavo niente! Ed ora vorrebbe farmi credere il contrario? Beh, mi spiace, ma non ho intenzione di star qui ad ascoltarlo mentre recita la parte del santarellino!
Infatti torno a guardare di fronte a me, ribadendo:
“Lasciami in pace!” in caso non sia stato sufficientemente chiaro, non voglio più avere niente a che fare con lui.
“Kai…” ci riprova comunque dopo qualche secondo di silenzio.
“Sta’ zitto!”
“Mi dispiace.” prosegue invece, appoggiandosi con la testa alla mia schiena “… Senza volerlo, devo averti ferito, vero?” e con ciò? “… Perdonami.”
“Puoi scordartelo.” troppo facile, così!
“Non vuoi perdonarmi?”
“No.” parlo forse una qualche lingua sconosciuta?
“Non puoi perdonarmi?”
“No.”
“Sul serio?” insiste, sfregando la guancia contro la mia scapola.
“Sì.” forse…
“E non c’è niente che posso fare per farti cambiare idea?” chiede in un sussurro.
In effetti…
“Se proprio ci tieni…” qualcosa che potrebbe fare ci sarebbe…
“Ci tengo.” asserisce, scivolando col viso fino ad appoggiarsi col mento alla mia spalla “… Davvero.” in questo caso…
“Devi restare con me.” mi volto nella sua direzione, costringendolo a scostarsi per poter far incontrare i nostri occhi e proseguire:
“Se per te noi due siamo davvero una squadra e dei compagni, allora devi restare con me.” sempre “… Anche quando ti sentirai alle strette, dovrai dirmelo.” tende le labbra in un sorriso dolce mentre io specifico:
“Non dovrai tenermi all’oscuro di niente.” e, qualsiasi cosa sia, l’affronteremo. Insieme. “… Quindi smettila di fare le cose per conto tuo.” e di andarsene dove gli pare, senza averne prima parlato con me.
Se lo farà, lo perdonerò.
“È strano detto da te.” commenta cercando di non mettersi a ridere, non accorgendosi forse che non è nella posizione per permettersi dell’ironia.
Comunque sia non me lo lascia far notare, dal momento che, tornando a sorridere dolcemente, riassume:
“Quindi in pratica sono vincolato a te.” esatto.
Sì sporge verso di me, sussurrando:
“Va bene.” per poi poggiare le sue labbra sulle mie.
Sento immediatamente il viso farsi bollente e, allontanandomi di scatto, esclamo:
“Che diavolo fai?!” è impazzito, forse?!
“Ma scusa…” risponde come se fosse ovvio “… Non ti stavi dichiarando?” dichiarando?!
“Certo che no!!” ribatto, sentendo il calore delle mie guance crescere di intensità.
Per chi mi ha preso?!
“Eppure alle mie orecchie suonava proprio come una dichiarazione!” replica, alzando gli occhi al cielo con fare furbetto.
“E allora sturati le orecchie, la prossima volta! Quella non era una dichiarazione!” se avessi voluto dichiararmi, lo avrei fatto in un altro modo! Non do adito a fraintendimenti, io!
“Sarà!”
“Rei!”lo riprendo, senza riuscire a fargli cambiare espressione e, non riuscendo a reggere ulteriormente il mio imbarazzo, faccio per alzarmi ed andarmene, venendo costretto a tornare seduto a causa di un capogiro, dovuto forse alla troppa enfasi dei miei movimenti.
Tuttavia sembra bastare questo per raggiungere ugualmente il mio scopo, visto che lui, tornando serio, mi aiuta a rimettermi seduto, facendomi notare, rimanendo dietro di me:
“Ti sei agitato troppo, dovresti evitare di fare sforzi. Non ne sei ancora nelle condizioni.”
“Sta’ zitto.” di chi crede sia la colpa? “… Piuttosto, sbrigati a tornare da Takao.”
“Cosa c’entra Takao, adesso?” non so quanto tempo sia effettivamente passato, ma…
“Ha ancora il suo incontro da disputare, no?”
“E con questo? Lascia perdere Takao, adesso. Devi pensare a te stesso. Ti porto in infermeria oppure in ospedale.” no.
“Non ho bisogno di te, io.” non in questo momento, almeno, e non come qualcun altro.
“Ma…”
“Sta’ zitto.” lo induco a lasciarmi andare, ricordandogli:
“Takao sta per affrontare il match decisivo, non puoi lasciarlo solo.” ha per caso scordato la crisi che l’ha colto ad inizio mondiale o di con quanta facilità perda la concentrazione a causa dell’ansia e delle aspettative che gli altri ripongono in lui? “… Lui ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a mantenere la calma e la concentrazione, se vuole vincere.” e Rei è la persona ideale “… Quindi non perdere tempo con me ed occupati di lui.” perchè, se lui dovesse perdere, allora anche la mia vittoria perderebbe parzialmente di senso.
“Già…” concorda a bassa voce con un tono apparentemente neutro “… Immagino tu abbia ragione.” si alza, aggiungendo:
“Devo proprio aver preso un abbaglio.” come?
Alzo lo sguardo su di lui e, non riuscendo a vederlo in volto a causa del fatto che sia già girato in direzione degli spogliatoi, mi limito a chiedere:
“Si può sapere cosa stai insinuando?”
“Niente. Semplicemente constatavo che anche adesso il tuo primo pensiero è Takao, come sempre.” mi prende in giro?
Fa per allontanarsi ma io glielo impedisco, riuscendo ad acciuffarlo per il codino.
“Vedi di non fraintendere.” si ferma ed io proseguo:
“Takao è il mio più acerrimo rivale e devo essere io a sconfiggerlo. Che sia in squadra con me o meno quando ciò avverrà è ininfluente.” per quel che mi riguarda, può andarsene quando e con chi vuole.
Abbassa gli occhi su di me ed io lo metto al corrente di un dettaglio che pare sfuggirgli:
“Non ho mai fatto un discorso simile a Takao.” nè intendo farlo “… Quindi non ficcarti in testa strane idee.” o potrei rimangiarmi il mio proposito di perdonarlo.
“E allora perchè devo andare da lui?” non gliel’ho appena spiegato?
“Il futuro del beyblade dipende da questo.” e forse anche il nostro futuro come squadra “… Se lui non vince, sarà stato tutto inutile.” la mia vittoria sarà stata inutile “… E lui non riuscirà mai a vincere, se l’ansia ed il nervosismo lo sopraffanno o se si sente abbandonato da qualcuno.” lo lascio andare e, tornando a guardare avanti, termino:
“Impedisci che mandi tutto all’aria.”
“Quindi lo stai affidando a me?” sostanzialmente? Sì.
“Se vuoi che torni a fidarmi di te…”
“Come vuoi.” cede finalmente sebbene, tornando a sedersi dietro di me, specifichi:
“Ma solo quando sarò sicuro che riuscirai a stare in piedi da solo.” lo guardo e lui continua:
“Non riuscirei a concentrarmi su di lui, sapendo che sei ancora in queste condizioni, per cui…” si picchietta sulle gambe, terminando:
“Prima aspetterò che tu finisca di riprenderti.”
“Come, scusa?”
“Hai capito, non farmelo ripetere.” ripete l’invito, esortandomi:
“Avanti.”
“Senti, Rei…” ci riprovo, venendo interrotto da lui:
“Non cambierò idea su questo punto.” porto gli occhi su di lui che di nuovo mi incita ad appoggiarmi alle sue gambe e, conoscendo a sufficienza l’ostinazione di cui è capace, non posso fare altro che cedere, facendo come desidera e sbuffando:
“Non mi piaci affatto quando fai così.” si mette a ridere e, mentre io chiudo gli occhi, girandomi su un fianco per avvicinarmi a lui con la scusa di cercare una posizione più comoda, lui si china su di me, così da potermi sfiorare la guancia con le labbra nel sussurrare:
“Tu invece mi piaci un sacco.” in verità… Anche tu.
Tanto.
Ma proprio tanto.
Così tanto da non voler fare a meno di te.

*°*°*°*°*°*°*

“Hai sentito la notizia?” apro un occhio, scorgendo Rei in piedi accanto a me.
Ovvero?
Si siede al mio fianco, all’altezza della mia testa, informandomi:
“Sembra vogliano organizzare un altro torneo.”
“Mondiale?” domando, lasciando che il filo d’erba che ho in bocca scivoli a terra.
“Devono ancora decidere, ma sarà sicuramente aperto a tutti.” potrebbe essere interessante…
Mi tiro su con un colpo di reni, chiedendo:
“Modalità?”
“Sconosciute, al momento.” beh, se conosco a sufficienza il Presidente Daitenji, sarà sicuramente qualcosa a squadre.
“Allora?” mormora, appoggiandosi con il capo alla mia schiena “… Con chi partecipiamo?”
“Vuoi restare con Takao?”
“Non necessariamente.” in questo caso…
“Yuri è decisamente più forte rispetto agli altri blader.” se dovessimo unirci ad un’altra squadra, senza rimanere solo io e lui, allora sceglierei quella.
“È vero.” conferma anche lui, spostandosi col mento sulla mia spalla “… Però con Lai ho una sintonia migliore.” Lai? “… Se ci fosse qualche match da disputare in coppia…” do un colpetto con la spalla, così che si allontani e mi permetta di guardarlo negli occhi, sfidandolo a continuare.
Se ci fosse qualche match da disputare in coppia..?
“Lo disputerò sicuramente con te.” termina, senza riuscire a frenare una risatina.
Hn.
Se lo sa, perché parla a vanvera allora? Non si starà facendo influenzare da Takao, vero?
“Quindi Giappone o Russia?” sintetizza, facendomi annuire.
Guarda verso l’alto, commentando:
“Non ci siamo ancora presi la nostra rivincita in un campionato ufficiale.” è vero. Di conseguenza direi che la decisione è stata presa.
“Più tardi telefonerò a Yuri.” e lo metterò al corrente delle nostre intenzioni.
“Sempre che ci accetti in squadra.” mi fa notare.
“Non ci dirà di no.” ribatto, tornando a guardare avanti “… Non se vuole sperare di vincere.”
“Ne sei sicuro?” annuisco, confermando anche a parole:
“Sì.” forse farà un po’ il sostenuto per come li ho usati lo scorso mondiale, ma alla fine anche lui voleva usare me, quindi direi che siamo pari.
“Bene! A questo punto c’è solo una questione in sospeso!” e sarebbe?
Torna ad appoggiarsi col mento alla mia spalla, domandandomi:
“Quand’è che avrò la mia dichiarazione?”
“Quale dichiarazione?”
“Lo sai benissimo.” se si riferisce alla sua presunta mia dichiarazione nei suoi confronti…
“Non c’è alcuna dichiarazione.” non ancora, almeno. Prima devo battere Takao. Solo poi gli dirò quello che provo, quando potrò guardarlo negli occhi sapendo di essere il più forte.
“Vuoi farmi penare?” ci prova, fingendosi offeso.
Affatto.
“Non vedo perchè dovrei.” una volta giunto il mio obiettivo, non avrebbe senso aspettare oltre.
Proprio per questo mi alzo, mettendolo al corrente:
“Vado a telefonare in Russia.”
“Non volevi farlo più tardi?”
“Ora è già più tardi.” e, per fargli capire che per me il discorso è chiuso, mi avvio verso il telefono a me più vicino. Tuttavia, riesco a muovere solo qualche passo prima che lui mi chiami e, voltandomi verso di lui, noto chiaramente l’espressione divertita che assume nel replicare:
“Se stai aspettando di battere Takao per farlo, non ne hai bisogno. Per me sei già il migliore.” assottiglio gli occhi, ribattendo:
“Ti ho già detto che non piaci affatto quando fai così?” si mette a ridere ed io faccio per riavviarmi, venendo bloccato nuovamente da lui:
“Kai!” attende che porti i miei occhi su di lui e, mutando il suo sorriso in uno nettamente più dolce, aggiunge:
“Mi piaci un sacco.” e, di fronte a quel sorriso, non posso fare a meno di sorridere a mia volta, rispondendo:
“Anche tu.” tanto.
Ma proprio tanto.
Così tanto da non voler più fare a meno di te.

 

** Fine **

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