Amanti – Storia 3


** Kai **
“Qualcosa non va?” trasalisco e, spostando i miei occhi su Yan, domando:
“Come?”
“Da quando abbiamo visto quella coppia, non hai più detto una sola parola.” commenta, sistemandosi meglio Lin in braccio e senza nascondere un velo di preoccupazione, mentre proseguiamo la nostra passeggiata fra le strade del villaggio “… È forse successo qualcosa con uno di loro?”
“No, niente.” smentisco immediatamente.
Semplicemente…
“Pensavo.” ammetto.
Mi guarda incuriosita ed io, abbassando lo sguardo sul terreno per fingere di vedere dove stiamo andando, mi lascio sfuggire:
“Sembra che voi abbiate una vera fissazione per la nuca…”
“In che senso?” chiede, evidentemente senza capire.
“Nel senso che, quando baciate qualcuno, tendete a portare una mano sulla nuca.” è stata una delle prime cose che notai dopo l’esilio di Rei poiché me lo ricordava: spesso, quando mi è capitato di imbattermi in qualche coppia, anche per un semplice bacio sulla guancia, la donna tende a mettere una mano sulla nuca dell’uomo.
“Anche tu lo fai con Lai.” aggiungo, sovrappensiero.
E pure Rei con me.
“Sul serio?” ribatte, senza nascondere quanto l’abbia colta alla sprovvista, facendomi annuire.
Da quando ho memoria.
Da quando iniziai a fare caso ai suoi gesti.
Da quando mi accorsi che non mi sarebbe dispiaciuto se fra noi ci fosse stato qualcosa di più oltre a del piacevolissimo ma semplice sesso.
Da quando compresi che quella mano sulla mia nuca significava il suo via libera per averlo.
“Io…” risponde, cercando di radunare i propri pensieri per tenere a bada la confusione in cui l’ho mandata, mentre le sue gote si tingono leggermente di rosso “… Non ci ho mai badato…” ci ho badato io.
Perché, come detto poc’anzi, veder loro compiere quel gesto mi ricordava Rei e mi rendeva fin troppo consapevole di quanto mi mancasse, dandomi quindi sempre più dimostrazione che, per riavere quella mano sulla nuca e quelle dita che si piegano su di essa, avrei fatto e farei tuttora davvero qualunque cosa.
Persino fingermi il consorte della persona causa principale della nostra separazione.
“Mi dispiace se ti ho messa in imbarazzo.” commento per trarla dall’impiccio.
Evidentemente anche tra loro donne non sono solite parlare di sentimenti.
“No, non è quello…” prova a difendersi “… È solo che…” che?
Resta qualche secondo in silenzio, terminando con un mormorio:
“Non ci ho mai badato.” allora forse ci baderà da oggi in poi.
“Se devo darti una spiegazione…” riprende, cercando di tornare padrona di sé, dopo qualche altro attimo in cui non parla “… Credo che abbia a che fare con i vostri capelli.” le lancio una rapida occhiata e, nonostante non mi debba alcuna spiegazione, opto per lasciarla continuare a ragionare, essendo stato praticamente io ad averla spinta in questa conversazione:
“Certo, tu sei un po’ diverso perché non sei stato cresciuto qui, ma… Ormai dovresti sapere che i vostri sentimenti passano attraverso essi, no?” sì, visti gli anni che mi ci sono voluti affinché Rei mi permettesse di vederglieli sciolti, riconoscendomi di conseguenza come suo amante nel senso più radicale del termine. E di come io non debba farmi vedere da terzi senza coda. “… E, al di fuori della battaglia, difficilmente esprimete quello che provate a parole.” annuisco, essendo d’accordo anche su quest’altra caratteristica della Tribù “… Quindi… Noi dobbiamo pur trovare un modo per aver conferma di quello che provate per noi, non pensi?”
“Può darsi.” ammetto, intuendo solo in un secondo momento dove potrebbe andare a parare e, soprattutto, cosa questo potrebbe comportare e significare.
Infatti mi faccio immediatamente più attento e lei, accorgendosene, alza lo sguardo al cielo, passandosi le dita sulla nuca nel continuare, accennando ad un sorriso, mentre il vento le scompiglia leggermente i capelli:
“Io credo… Che voi non ci permettereste mai di mettervi una mano lì, se non vi fidaste di noi e non provaste qualcosa per noi, perché potremmo cercare di scioglierveli, arrecandovi disonore.” mi blocco, avendo avuto la prima conferma della mia ipotetica supposizione “… Quindi probabilmente, inconsciamente, cerchiamo la prova dei vostri sentimenti per noi.” anche lei si ferma, senza sapere di aver involontariamente confermato anche la mia seconda supposizione e, voltandosi per potermi guardare, sorride dolcemente, terminando:
“In fondo, voi preferite i fatti alle parole…” sì, specialmente qualcuno “… Ed il fatto che ce lo lasciate fare non è forse la prova più evidente che ci rende le vostre amanti?” annuisco, avvertendo il cuore cominciare a battere più velocemente.
“Per cui…” mormoro, cercando di nasconderle quello che le sue parole hanno scatenato “… Voi..?” ed anche Rei… Da ben prima che io…
Voleva… Già..?
“Sì.” mi conferma lei, mantenendo il sorriso “… Se lo chiedi a me, è il modo in cui in nostro inconscio vuole conferma di cosa prova per noi il nostro uomo.” stringo le mani a pugno.
Il loro uomo o…
“Il vostro…” mi azzardo, imponendomi di mantenere la calma e di non saltare da solo a conclusioni di comodo “… Amante?”
Si mette a ridere, cercando di nascondere il proprio imbarazzo nell’ammettere:
“Per come sono fatta io, direi soprattutto lui.” rischiando seriamente di farmi scoppiare il cuore a causa delle sue parole “… Ma dubito siano tutte come me!” non importa…
Quel che importa è che…
“Devo andare.” affermo.
Rei forse…
Mi volto, iniziando a correre verso la dimora.
E, se così fosse, lui…
Di nuovo, senza che io me ne rendessi conto…
Aumento la velocità, volendo raggiungere a tutti i costi il più rapidamente possibile la mia destinazione, trovando chi cerco al terzo tentativo. Non nasconde la sua sorpresa nel vedermi qui ma, essendo questo l’ultimo dei miei pensieri, non mi pongo problemi a chiudermi alle spalle la porta di una delle sale con le armi e, approfittando del fatto che sia solo ed in piedi, a passargli un braccio intorno alla vita per trarlo possessivamente a me e baciarlo, senza attendere il suo invito per farmi largo nella sua bocca e cercare di trasmettergli quanto lo amo in modo tutt’altro che dolce, accentuando la sua sorpresa.
Infatti, devo attendere qualche istante prima che ricambi veramente il mio gesto e, quando lo fa, la sua mano raggiunge la mia nuca, riuscendo in questo modo a farmi emozionare ancora di più.
Eppure… Non dovrebbe avere dubbi circa i miei sentimenti per lui, no? Esattamente come io non ne ho circa i suoi.
Proprio per questo lo stringo maggiormente a me, facendo aderire perfettamente il suo corpo al mio, ricevendo in cambio il suo aggrapparsi a me e le sue dita che si piegano vicino all’attaccatura della mia coda, mentre anche l’altra sua mano scivola dal mio braccio fino alla mia spalla.
Attende che sia io a scostarmi, cosa che faccio rimanendo ad un soffio da lui che, come si rende conto che non ho intenzione di replicare – non subito, almeno – rimane con gli occhi chiusi, lasciandosi poi lentamente andare ad un sorriso piuttosto deliziato. E, altrettanto lentamente, solleva le palpebre, così da potermi guardare e chiedere, decisamente lusingato:
“A cosa devo questa piacevole improvvisata?”
“Deve per forza esserci un motivo?” replico in un bisbiglio, sfiorandogli le labbra con le mie e tenendolo ben saldo fra le mie braccia.
“Se mi baci in questo modo, immagino di sì.” ribatte con tono accondiscendente, portando la mano che era sulla mia spalla a sciogliermi i capelli e riuscire così ad intrecciare veramente le dita fra essi.
“Il fatto che ti amo non è sufficiente?” chiedo ancora nel medesimo modo, portando ancora una volta le nostre labbra a sfiorarsi.
O forse preferisce che gli chieda da quanto tempo veramente mi volevi come tuo amante?, ricevendo in cambio un suo più che probabilmente secondo te? od un chissà! che non porterà a nulla?
O peggio! Per ricevere un chi ha mai detto che ti volevo come amante? solo per punzecchiarmi?
“Voglio solo che te lo ricordi.” aggiungo, annullando per un breve istante la distanza che ci separa “… E che non ne dubiti mai.” nonostante non riuscirei mai a rinunciare alla sua mano sulla nuca.
Smette di sorridere e, sfuggendo leggermente ad un mio terzo bacio, si informa:
“Cos’è successo?”
“Niente.” affermo con convinzione, guardandolo negli occhi mentre lo induco ad indietreggiare verso l’unico tavolo presente per riuscire a bloccarlo contro di esso.
Non gliel’ho forse già detto?
“Semplicemente ti amo.” ripeto, sostenendo il suo sguardo attento.
Da impazzire.
“Quindi…” ci riprova, troppo intento a studiarmi per impedirmi di divaricargli un poco le gambe e provare ad insinuarmi fra esse “… Mi stai dicendo che sei venuto qui ed ora solo perché mi ami?” annuisco, chinandomi su di lui per poterlo baciare, ma dovendo rimandare i miei piani a causa sua che, sfuggendo nuovamente alle mie labbra, insiste:
“Senza che nessuno ti dicesse niente?”
“Ero con Yan fino a poco fa.” lo metto al corrente.
Quindi dovrebbe sapere che nessuno oserebbe dire qualcosa di compromettente di fronte alla moglie di Lai, ben sapendo quanto la sua famiglia gli sia fedele.
“E visto che nei prossimi giorni sarai troppo impegnato a preoccuparti della seconda semina per pensare a me come si deve…” semi mento, dovendo enfatizzare la questione nel vedermi rifiutare un ulteriore bacio “… Ho pensato bene di venire a prendermi un anticipo.” riuscendo finalmente a vedere le sue labbra che cercano con scarsi risultati di evitare di tornare piegate verso l’alto.
“E poi…” proseguo ancora, ripiegando questa volta con decisione sul suo collo, per niente intenzionato a lasciare che mi neghi pure quello “… L’unica volta che qualcuno ha osato insinuare qualcosa, un’altra certa persona non ci ha pensato due volte a metterlo a tacere.” rischiando di farmi venire un attacco di cuore, per giunta!
Quindi dubito seriamente che qualcun altro, chiunque egli sia, commetterebbe di nuovo lo stesso errore.
“Quel messaggero…” mormora con una nota divertita nella voce, nel tentativo di camuffare un sospiro e tentando comunque di sfuggire inutilmente alla mia bocca, inclinando il capo contro il mio ma tradendosi con le sue dita che si piegano sulla mia nuca “… Parlava decisamente troppo.” sì…
“Come noi in questo momento.” gli faccio notare, accorgendomi di come stia provando a mantenere il suo respiro regolare.
“Quindi…” bisbiglia lo stesso “… Vorresti che stessi zitto.”
“Affatto.” rispondo, ben sapendo cosa questo comporterebbe.
E, spostandomi dalla parte opposta, gli percorro il collo con la punta della lingua dall’incavo della spalla fin sotto l’orecchio, ribattendo con un sussurro, non appena arrivo ad esso:
“Solo il mio nome.” gli permetto di dire solo il mio nome.
Anzi.
Gli bacio una guancia, senza che provi a sfuggirmi.
Di *ansimare* il mio nome, per la precisione.
Mi allaccio una sua gamba intorno alla vita, così da potergli percorrere con desiderio la coscia nel metterlo definitivamente al corrente:
“Puoi invocare il mio nome tutte le volte che vuoi.” quella è l’unica parola che voglio sentire uscire dalle sue labbra in questo momento.
“Kai…” mi accontenta, incredibilmente subito, facendomi rabbrividire nonostante il suo divertimento ancora ben presente.
E, prendendolo come un suo completo via libera, non mi pongo problemi a tornare a prendergli di mira il collo dalla parte giusta, pronto a dimostrargli per l’ennesima volta quanto lo amo.
Peccato che il suo vero primo sospiro venga coperto da un:
“Capo! AbbiaaaAAAAH!” per il quale non posso in alcun modo trattenere io stesso un sospiro, seppur sconsolato.
E perché è lui a urlare, quando sono IO, quello che è stato interrotto e che quindi avrebbe tutto il diritto di farlo?
Maledizione…
Decisamente contrariato, faccio per allontanarmi, non essendo sicuramente il caso che ci vedano in questo stato ma riuscendo a sollevarmi forse di un centimetro prima di incontrare la resistenza di Rei che, stringendo maggiormente i miei capelli, si oppone al mio movimento, facendomi invece tornare contro di sé
Ma che..?
“Cos’è successo?” si informa, inducendomi a rimanere in quella posizione.
Avverto il mio battito cardiaco aumentare la sua frequenza, tanto da rimbombarmi nelle orecchie ed impedirmi di sentire quale sia l’eventuale problema.
Mi sta praticamente abbracciando… E di fronte ad altri, per di più!
Se ne rende conto, vero?
Sento il viso farsi più caldo di fronte a quanto sta accadendo e, non sapendo che altro fare per mantenere il controllo di me stesso, finisco con lo nascondermi meglio contro di lui che, di nuovo, non accenna a volermi lasciare andare, limitando al minimo i miei movimenti e proseguendo a tenermi in quella posizione.
Una posizione che dà adito a ben pochi fraintendimenti circa quanto stavamo facendo, per di più!
In una posizione in cui è ben chiaro quello che c’è fra noi.
Ahaaaa! Maledizione!
Perché sa sempre come fare a farmi emozionare?
Non bastava quel dettaglio, forse non del tutto vero e solo di mia interpretazione, della mano? Pure questo doveva aggiungere?
Riprenderei a baciargli il collo, se solo non fosse decisamente il momento e, dopo aver affermato:
“Arrivo fra un minuto.” in direzione dell’altro membro della Tribù, attende che quest’ultimo se ne vada per allentare la sua presa e riprendermi a bassa voce:
“Devi essere più conscio di quello che fai.” riportandomi sfortunatamente alla realtà e minando purtroppo il mio stato emotivo da altro mondo.
Perché, purtroppo, su questo punto ha ragione.
Ancora, quando scopro qualcosa di nuovo su di lui, quando scopro un dettaglio che mi prova quanto lui mi ami, non riesco a trattenermi.
Lo voglio. Lo voglio per me.
Voglio poterlo ricambiare in quel preciso istante.
Lentamente, mi sollevo da lui che, cercando di guardarmi negli occhi, aggiunge mentre io tengo i miei sulla sua spalla:
“Credevo ormai avessi imparato a fare attenzione.” annuisco, mio malgrado.
Avrei dovuto, lo so.
Ma quel discorso… Ed il suo non allontanarmi…
Sospiro interiormente.
Cosa ci posso fare se i miei sentimenti per lui hanno preso il sopravvento?
“Mi dispiace.” mi scuso comunque.
Razionalmente so che, in qualità di amante del Capo Tribù, quando non siamo nel privato devo ancora mantenere un certo comportamento ed atteggiamento… E che, nonostante tutto e nonostante quanto accaduto, in effetti, questa stanza di privato ha ben poco.
Mi bacia dolcemente la guancia e, scivolando con la mano sul mio torace, ribatte con un mezzo sorriso:
“No, la colpa è anche mia.” per poi farmi indietreggiare di un passo.
Dice?
In effetti, se proprio vogliamo dirla tutta, quella mano sulla nuca…
Mi passa accanto, aggiungendo:
“Questo non era il luogo appropriato in cui scioglierteli.” lasciandomi completamente di stucco.
Come?
Lo guardo, vedendolo intento a raccogliere il laccio con cui di solito tengo insieme la mia coda.
Ho capito bene?
È questo il problema per lui? I miei capelli?
“Cosa c’è?” mi prende in giro con un sorrisino provocatore, accorgendosi della mia incredulità, tornandomi vicino per mettermi il laccio in mano “… Non penserai sul serio che mi vada bene che ti mostri così ad altri!”
“Beh… Ecco…” provo a balbettare, colto nuovamente dal batticuore.
A dire il vero…
Tutto pensavo… Tranne che lui…
Mi mette una mano dietro la nuca e tirandomi pericolosamente vicino a sé, mi minaccia tranquillamente:
“Vedi di non creare fraintendimenti. Il tuo amante sono io.” per poi restituirmi il bacio con il quale sono venuto a trovarlo, mandandomi ancor più in confusione.
Cioè… Lui…
Sul serio?
Mi lascia andare, completamente senza fiato e con le gambe che faticano a reggermi, approfittando della condizione in cui mi ha mandato per allontanarsi prima che io abbia la prontezza di braccarlo fra le mie braccia ed impedirgli di piantarmi in asso.
Perché questo… Da lui…
Cerco di riprendere fiato e contenere il mio battito cardiaco mentre lui, raggiungendo la porta, mi ricorda:
“Legati quei capelli.” al quale non sono in grado di rispondere, essendo quelli veramente il mio ultimo pensiero.
Eppure lui non sembra essere pienamente soddisfatto, dal momento che, una volta sull’uscio mi chiama per attirare la mia attenzione, attendendo che porti veramente i miei occhi nei suoi per precisare, con un sorriso di chi sa essere superiore:
“Il mio amante deve essere solo mio.” dandomi completamente il colpo di grazia.
Infatti, mentre lui se ne va definitivamente, io sono costretto ad indietreggiare per appoggiarmi al tavolo e non finire completamente a terra a causa delle gambe che mi cedono ed a coprirmi il viso – al momento decisamente bollente – con una mano per provare a contenere la troppa emozione che i suoi gesti e le sue parole hanno provocato.
Gelosia?
Sul serio?!
E da quando?!
Da quando Rei sa pure essere geloso?! Non si è mai dimostrato geloso nemmeno con Maylin ed ora… Ora..!!
Vuole uccidermi per caso?
Per non parlare di quella nota di possessività finale!
Ahaaaaa! Maledizione!
Porto la mano dietro cui non mi nascondo ai capelli per tenerli insieme, non essendo ancora nelle condizioni di farmi la coda e non volendo assolutamente che qualcuno entri per caso qui dentro e mi veda in queste condizioni.
Soprattutto che non mi veda in queste condizioni.
E non solo per i capelli.
Il mio amante deve essere solo mio.
Stupido!
Non è forse ovvio che sono solo suo? Esattamente come lui è solo mio!
Avverto il cuore non avere per niente intenzione di calmarsi.
Dannazione!
Lo amo!
Lo amo! Lo amo! Lo amo!
E… Se riesco a sopravvivere… Se il mio cuore riesce a resistere anche a questo… Allora questa notte..!

 
** Rei **
Porto a termine gli ultimi disbrighi e, essendo ormai il sole in procinto di calare, mi dirigo nuovamente verso la dimora, scorgendo lungo la via del ritorno Yan in compagnia di Lin. Anche lei mi vede e, sorridendomi, si ferma, così da darmi l’opportunità di raggiungerla e di salutare sia il suo secondogenito sia soprattutto lei e riprendere con loro il cammino verso casa. E, con la scusa di informarmi su come stanno procedendo le cose, attendo che mi dica quel che già so, prima di provare:
“Ed è per caso successo qualcosa?” quando questo pomeriggio era con Kai?
Mi guarda, sinceramente sorpresa.
“Del tipo?”
“Non lo so.” che me lo dica lei…
Perché, per quanto abbia apprezzato il bacio di Kai, che ha avuto letteralmente il potere di farmi dimenticare del posto in cui eravamo e di conseguenza farmi commettere quell’increscioso errore di sciogliergli i capelli in un luogo decisamente non appropriato, con tutti i rischi ad esso correlati, ancora fatico a credere che sia venuto a darmelo senza un reale motivo.
Perciò immagino sia successo qualcosa.
E, se qualcun altro ha provato a fargli o dirgli qualcosa, allora forse è il caso che ribadisca il messaggio su cosa significa e comporta il suo essere qui anche con chi dovrebbe saperlo. Specialmente se questo qualcuno è un membro della Tribù.
Resta in silenzio ed io non insisto, lasciandole il tempo necessario per riflettere, conoscendo a sufficienza quanto è intelligente e capendo dal lampo che le accende lo sguardo che, forse, qualcosa ha trovato.
Me ne dà conferma, chiedendomi:
“È venuto da te, vero?”
“Sì.” rispondo, non avendo senso negare, facendomi di conseguenza più serio ed attento.
Giungiamo alla dimora e, mentre la accompagno verso le stanze che condivide con Lai, lei prosegue a ragionare fra sé e sé, assecondando il tutto con dei lievi e sporadici cenni affermativi della testa, quasi a volersi assicurare che tutto fili, alla fine dei quali sorride, affermando:
“È un segreto!” prendendomi completamente alla sprovvista.
“Cosa?” un segreto?
“Non so dirti se sia veramente successo qualcosa.” ammette, mutando il suo sorriso in uno rassicurante “… Ma, se c’entra quello che penso, allora è un segreto.” un segreto, eh?
Chiudo per un breve istante gli occhi e, riportandoli al corridoio, sorrido, commentando:
“Sei una buona amica.” e, se è lei, che probabilmente sa, la prima a non essere preoccupata, allora suppongo che nemmeno io abbia motivo di esserlo.
Giungiamo alle sue stanze e, prima che si congedi, aggiungo, guardandola direttamente negli occhi affinché comprenda la piena sincerità delle mie parole:
“Sono felice che Kai abbia qualcuno con cui confidarsi.” perché so che non posso essere sempre presente, così come so che ci sono cose che non sempre vuole dirmi.
A volte riesco a capirle ugualmente, altre, come questa, no.
“Ti ringrazio.” termino.
Perché sapere che anche qui ha qualcuno a cui sente di potersi appoggiare mi rasserena, permettendomi quindi di avere lo stato d’animo necessario ad essere un buon Capo Tribù di fronte a loro, adempiendo di conseguenza al mio ruolo, esattamente come mio padre desiderava.
Sorride, ribattendo:
“Spero tu sappia che non sono solo amica sua.”
“Non ho alcun dubbio.” la rassicuro.
Sorride un poco di più e, mentre Lin corre dentro, io la trattengo ancora per un momento, il tempo necessario per dirle:
“Informate gli altri che domani mattina non voglio essere disturbato.” perché, ora che la giornata è volta al termine e non ci sono altre necessità impellenti, anche il mio ruolo, per oggi, sta per terminare.
Annuisce ed io me ne vado, leccandomi il labbro superiore di fronte alla prospettiva di quel che succederà questa notte.
Quando esigerò da Kai un altro bacio come quello di questo pomeriggio.
Quando potrò ricambiarlo senza quella fastidiosa coda fra le dita.
Quando nessuno oserà interromperci.
Quando trascorreremo un’altra notte in cui saremo solo noi due.
Quando trascorreremo l’ennesima notte… Degna del mio più dolce e passionale amante.

 
** Fine **

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