San Valentino (PoT) – Capitolo Unico


“Eiji..” sobbalzo, senza il minimo contegno, nel sentire il mio nome pronunciato con quel tono divertito che ormai conosco molto bene e che, in questa circostanza, era esattamente l’ultimo che volevo sentire.
Mi volto verso Fuji, conscio di essere stato colto in flagrante davanti al suo armadietto e, nascondendo il pacchettino dietro la schiena, domando ingenuamente:
“Hoi, F-Fujiko! C-Che c’è?” sorride leggermente, con quell’espressione che mi conferma, senza particolare bisogno, che sa già tutto ma, facendo finta di niente, replica:
“Che ci fai davanti al mio armadietto?” deglutisco a vuoto, in cerca di una vana via di fuga da questa situazione imbarazzante.
“I-Il tuo..? Armadietto?” mi volto verso il diretto interessato e, continuando la mia recita, commento veramente poco convincente:
“Oh! Hai ragione! C-Credevo fosse il mio!”
“Eiji..” mi riprende, nascondendo quel tono divertito e assumendone uno apparentemente serio che mi manda maggiormente in panico.
“S-Sì?”
“Mi stai nascondendo qualcosa?”
“Chi? Io? Fujiko-chan! Potrei mai?” non risponde, se non con un’occhiata eloquente.
Dopo di che cambia totalmente argomento, facendomi notare:
“Se non ti sbrighi, rischi di fare tardi all’allenamento. Poi non ti lamentare se Tezuka ti fa fare dieci giri del campo come sempre..”
“Hoi, Fuji!” mi difendo, imbronciandomi “.. Ti faccio presente che anche tu rischi di fare tardi!”
“Già.. Ma a differenza tua, io non mi devo cambiare..” faccio per ribattere, ma mi anticipa, dandomi un leggero buffetto sulla fronte e, sorridendo come fa di solito, aggiunge:
“Sbrigati!”
“Tu avviati!” ci provo, sperando di convincerlo “.. Faccio una cosa e ti raggiungo prima che arrivi ai campi!”
“Ovvero?” domanda, incrociando le braccia al petto con un’espressione ingenua a cui non credo “.. Mettere del cioccolato tra le mie cose spacciandolo per il regalo di una mia ammiratrice?” non posso fare a meno di avvampare, vedendomi scoperto in pieno, ma, nonostante tutto, insisto:
“F-Fujiko! Ma che stai dicendo?”
“Perché?” domanda “.. Non è così?” lo fisso solo per una manciata di istanti, prima che riprenda:
“Non riesci a mentirmi, Eiji.. Sei un pessimo bugiardo, specialmente con me.” m’imbroncio, protestando in un borbottio:
“Non è vero..”
“No?”
“No.” non replica e, di conseguenza, lasciamo trascorrere qualche altro istante, prima che mi arrenda a confessare la verità, chiedendo:
“Da quanto lo sai?”
“Prova ad indovinarlo.”
“Fuji!” mi lamento, vedendomi per l’ennesima volta preso in giro e facendolo ridere.
“Scusa..” ridacchia, sorridendo “.. Allora.. Me lo dai il mio regalo o vuoi aspettare che non ti veda?” beh..
Contando che ormai è inutile insistere..
Sospiro, allungandogli il mio pacchetto, accuratamente incartato con un bel fiocco sopra.
“Grazie.” sbuffo, fintamente offeso, per nascondere il mio imbarazzo.
Sorride di nuovo, come il gatto che, come sempre, ha acciuffato il topo e, quando lo apre, non nasconde un’espressione sorpresa nello scorgere i cioccolatini a forma di cactus.
“Eiji..” mormora, scosso “.. Ma questi..?”
“Li ho fatti io.” confermo, guardando di lato.
“Quanto tempo.. Ci hai messo?” quanto tempo?
“Tutta la notte, più o meno..” minuto più, minuto meno..
“È per questo che hai fatto tardi, stamattina, e ti sei addormentato a metà lezioni?” annuisco, decisamente imbarazzato ma sapendo di non potergli nascondere nulla “.. Grazie..” mi dà un leggero bacio sulla guancia, che mi ripaga di tutti gli sforzi fatti sino ad ora e, allegramente, riprende:
“Dunque! Ci sbrighiamo a raggiungere i campi?” torno a guardarlo, sorridendo davanti alla sua espressione felice, per la quale rispondo:
“Sì.” lo affianco e lui, dopo avermi preso per mano, commenta, lievemente sadico:
“Chissà se riusciremo a convincere Tezuka a risparmiarti dal correre..”
“Fujiko!” protesto, nonostante ormai non abbia più importanza.
Quello che importa adesso è che..
Non mi devo più nascondere e..
Posso dimostrare al mio Fujiko-chan tutto quello che provo per lui.
** Fine **
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