Tutti pazzi per amore – Capitolo III


**Oshitari**
Sospiro interiormente, lanciando una veloce occhiata alla lavagna.
Ma quanto durano ancora le lezioni?
Ormai ho pensato abbastanza a quello che mi ha detto ieri Fuji e sul conseguente regalo che potrei fargli, ma se la campanella non suona, sarò costretto a rimanere attento!
Mi lascio ricadere contro lo schienale e, per fortuna, ben presto arriva l’ora dell’allenamento. Così mi dirigo verso gli spogliatoi e, una volta cambiato, ai campi da tennis, accorgendomi lungo il tragitto di avere una scarpa slacciata. Trattengo uno sbuffo ed ho appena il tempo di chinarmi, prima di avvertire qualcosa saettare non molto sopra la mia testa, scompigliandomi leggermente anche i capelli.
Si tratta di una pallina da tennis che, dopo aver rimbalzato contro un albero, rotola a qualche metro da me mentre avverto un:
“Mancato.” appena sibilato.
Mi volto verso l’autore di tutto ciò, ritrovandomi ad osservare Atobe con in mano una racchetta, mentre aggiunge un:
“Sfortunatamente.” che mi fa rabbrividire, specie perchè, sebbene in viso sembri calmo e privo di espressione, riesco chiaramente a percepire l’aura omicida che lo circonda e che sembra essere rivolta proprio verso il sottoscritto.
Cerco di non balbettare nel mormorare un:
“A-Atobe..” in segno di saluto, nella speranza che si calmi.
“Oshitari.” replica, piatto.
Deglutisco a vuoto.
Quando fa così, c’è da preoccuparsi seriamente..
“H-ho.. Fatto q-qualcosa di..?” sbagliato?
Non riesco a terminare la frase, notando come allunghi lentamente una mano per prendere una delle palline che Kabaji, ovviamente quasi perennemente al suo fianco, tiene fra le braccia.
“Secondo te?” mi chiede, sorridendo malignamente.
Lancia la pallina in aria, colpendola e devo ringraziare il mio istinto se riesco a spostarmi verso sinistra, evitandola.
“Tks, di nuovo.” bisbiglia mentre trovo rifugio dietro un albero. Mi sporgo appena, cercando di controllare che intenzioni abbia ma, quando scorgo una macchia gialla venire nella mia direzione, mi tiro indietro con la schiena, vedendo così un’altra pallina passarmi davanti agli occhi. Impallidisco, dal momento che mi basta la velocità con cui quella mi è passata di fronte per rendermi conto della forza con cui è stata lanciata.
“Si può sapere che ti prende?!” esclamo, senza provare nemmeno a muovermi o ad affacciarmi dal mio nascondiglio.
“Ha pure il coraggio di chiedere.” commenta con una vena sarcastica nella voce, senza rispondermi.
“Ho tutto il diritto di chiedere!” ribatto, visto che qui è la mia vita quella in pericolo.
“Abbi almeno il coraggio di mostrarti!” faccio come desidera, così da sapere che ha lanciato un’altra pallina e, appena prima di colpirla, prosegue:
“Ti sei divertito ieri pomeriggio?” ieri pomeriggio?
Schivo anche questo servizio per un pelo e, notando il segno lasciato nel terreno, sento chiaramente una goccia di sudore corrermi lungo la schiena.
Sì, è decisamente di pessimo umore. Che mi abbia visto con..?
Torno con gli occhi su di lui che aggiunge, con un’altra pallina già a mezzaria:
“Adesso ho capito cos’avevi di così importante da fare!” la colpisce ed io mi lancio a terra, riuscendo miracolosamente a rimanere incolume.
“Aspetta!” esclamo, sollevandomi su un avambraccio “.. Non è come sembra!”
“Ah, no?” ribatte, decisamente scettico, facendo rimbalzare l’ennesima sfera sulla rete della sua racchetta.
“No!” affermo per poi spiegargli:
“Ci siamo incontrati per puro caso!” alza un sopracciglio e, scorgendo subito come questa volta la pallina vada decisamente più in alto della sua spalla, carpono velocemente dietro l’albero di prima mentre lui replica:
“Non è quello che mi hanno riferito le mie fonti!”
“Ed allora controlla meglio le tue fonti!” io sono innocente! “.. Perchè mai dovrei vedermi con quel Fuji?!”
“Non lo so.” sibila “.. Ma intendo scoprirlo.” poi, a voce più alta, ordina:
“Andiamo, Kabaji! Ho già perso fin troppo tempo.”
“Usu.” dopo di che sento effettivamente dei passi allontanarsi e, sbirciando, ho la conferma che i due se ne stanno tornando verso i campi da tennis. Sospiro di sollievo, sapendo che per ora sono salvo e, tirandomi in piedi, mi tolgo la polvere dalla divisa, borbottando:
“Ci mancava solo questa.” chi diavolo gli avrà detto di ieri pomeriggio?
Non Fuji, di questo ne sono certo.
Non lo conosco bene ma mi pare un tipo troppo riservato per fare cose di questo genere. E poi.. A che pro? Lui non ne avrebbe ricavato niente.
Uno dei miei compagni di squadra? Ne dubito. Certo, a volte hanno la linguaccia un po’ troppo lunga ma non si sono mai interessati a quello che faccio al di fuori della scuola.
Quindi, chi?
Mi sistemo gli occhiali sul naso e, capendo che c’è una sola persona che può darmi la risposta che cerco, mi dirigo anch’io verso i campi, trovandola là. Mi faccio coraggio e, visto che tanto dovrei affrontarla nè più nè meno, mi avvicino fino a giungerle alle spalle.
“Senti, Atobe.” inizio, venendo subito zittito da un perentorio:
“Non parlarmi.” tuttavia non demordo, anzi, e, posizionandomi al suo fianco, proseguo:
“Non so chi ti abbia detto di me e Fuji ma..” non mi lascia terminare, voltandosi ed andandosene. Ci riprovo ma, come entro nel suo raggio di due metri, lui si allontana, ignorandomi senza farsi tanti complimenti.
“Ahi ahi, Yuushi!” esclama Gakuto, saltellando al mio fianco “.. Questa volta l’hai fatto arrabbiare sul serio!”
“È comprensibile.” aggiunge Shishido, raggiungendoci insieme a Ohtori.
Lo guardo con sufficienza, replicando:
“Come se sapessi quanto accaduto.”
“In effetti non so i particolari.” ammette, guardando verso il nostro capitano “.. Ma penso che non sia stato piacevole ricevere una telefonata dai membri della Seigaku nella quale gli chiedevano di tenere alla larga il nostro genio dal loro genio.” cos..?!
“E tu come lo sai?!” esclama il suo partner di duo, dando voce ai miei pensieri. L’altro scrolla le spalle, informandoci:
“Semplicemente ero con lui quando è successo.” restiamo tutti ammutoliti tranne Gakuto che, guardandomi, dice:
“Non sapevo ti vedessi con Fuji.” nemmeno io!
“Ci siamo incontrati per puro caso!” ribatto, riservandogli un’occhiataccia.
“E allora non vedo dove sta il problema.” aggiunge invece Shishido, picchiettando la racchetta sulla spalla “.. Basta dirglielo!” sì, certo! Se lui mi ascoltasse..!
Poi si volta e, dirigendosi verso un campo libero, termina:
“Choutaro, andiamo.”
“Ah.. S-sì!” così anche il suo compagno se ne va, lasciandomi da solo con il rosso.
Rimaniamo in silenzio qualche istante prima che mi proponga un match e, visto che tanto parlare con un Atobe in quelle condizioni adesso è pressochè impossibile, accetto, rimandando il tutto a fine allenamento, aspettandolo direttamente appena prima dei cancelli dell’istituto. Anche in quest’occasione, mi ignora ma, come fa per sorpassarmi, lo afferro per un braccio, dicendogli:
“Non vorrai continuare a comportarti così, vero?” si libera dalla mia presa, replicando con uno sguardo truce:
“È solo ciò che ti meriti.”
“Guarda che hai frainteso tutto.” provo a fargli notare.
“Frainteso?” annuisco e lui ribatte:
“Allora spiegami cosa c’è da fraintendere nella frase: Visto che sei il capitano della Hyotei, ti sarei grato se tenessi Oshitari lontano da Fuji. Tezuka non approverebbe una relazione fra di loro.!” cos..?! Io avrei cosa con chi?!
“Non so cosa abbiano capito Oishi o Kikumaru.” visto che è ovvio che la colpa sia di uno dei due “.. Fatto sta che io ho una relazione con una sola persona!” e lui sa molto bene chi è quella persona!
“Peccato che non sia stato nè l’uno nè l’altro a chiamare bensì Inui!”
“Beh, allora è evidente che in realtà non ha tutto questo gran cervello che pensa di avere!” non risponde e, dopo qualche secondo in cui ci guardiamo negli occhi, si volta, proseguendo verso l’uscita.
“Ci siamo incontrati per caso, Atobe.” ripeto per l’ennesima volta, mascherando un tono sconsolato per poi perdermi in un rapidissimo riassunto di quanto accaduto “.. Perchè dovrei vedermi con un’altra persona quando è di te che sono innamorato?” finalmente si blocca, sebbene lo faccia solo per fulminarmi e sibilare:
“Non dire certe cose così apertamente.” tuttavia noto anche il leggero rossore sulle sue guance, motivo che non mi frena un sorriso nel ribattere:
“Cosa ci posso fare se è la verità?”
“Pfu!” torna a darmi la schiena e, dirigendosi verso la limousine appena arrivata, afferma:
“Se è la verità, provamelo! Altrimenti va’ al diavolo.” dopo di che vi sale, partendo senza lasciarmi il tempo di aggiungere altro.** Choutaro **
Continuo a camminare qualche passo indietro rispetto a Shishido-san, immerso nei miei pensieri, almeno fino a quando vado a sbattere contro la sua borsa degli allenamenti.
“Ah, scusa!” esclamo, tornando di colpo alla realtà “.. Non mi sono accorto che ti fossi fermato.”
“Me ne sono accorto.” commenta, voltandosi per guardarmi “.. Si può sapere che hai? È da questo pomeriggio che sei distratto.” mi stringo nelle spalle, sentendomi colpevole per essermi fatto scoprire in questo modo.
“Scusa.”
“Non ti ho chiesto di chiedermi scusa.” replica col suo classico sguardo serio “.. Ma il motivo.”
“Beh, ecco..” mormoro, guardandomi le punte dei piedi.
Sarà saggio dirglielo?
“Sì?”
“Vedi..” in fondo.. Posso già immaginare come andrà a finire, così come so esattamente che adesso avrà alzato un sopracciglio e che starà iniziando ad irritarsi.
“Allora?”
“Io..” già lo sento darmi dello stupido.
“Choutaro!” mi riprende, facendomi chiaramente capire che sta perdendo la pazienza “.. Ti decidi o no? È già buio in caso non te ne fossi accorto!” sì, me ne sono accorto. Proprio per questo prendo un respiro profondo prima di guardarlo negli occhi e domandargli, senza riuscire a celargli del tutto la mia preoccupazione:
“Che ci facevi con Atobe l’altro giorno?” assume subito un’espressione stralunata che si sostituisce subito con una adirata quando mi urla contro:
“Ma sei stupido o cosa?! Mi stavo allenando, cos’altro volevi che facessi?” nient’altro, appunto. Ecco perchè non volevo dirglielo.
“È solo che..” ammetto, guardando di lato e grattandomi la guancia con un indice “.. Solitamente ti alleni con me.” insomma, sono io il suo compagno, non Atobe.
Credo capisca anche i miei pensieri, visto che arrossisce leggermente e, voltandosi a darmi la schiena, sibila un altro:
“Stupido.” a cui aggiunge, con voce più alta:
“Allenarmi con Atobe mi permette di capire meglio i miei punti deboli!” lo immaginavo..
Stringe una mano a pugno, concludendo:
“In questo modo posso diventare ancora più forte e, vedrai, la prossima volta non perderemo contro quel duo da strapazzo!”
“Dici sul serio?”
“Ovvio!” come se potessi dubitarne..
“Sai, Shishido-san..”
“Oh, avanti!” mi zittisce, tornado a fronteggiarmi ed alzando ulteriormente la voce “.. Ti ho detto la verità! Non sarai sul serio geloso di Atobe!” rimango un attimo sorpreso da questa sua reazione e, non appena mi riprendo, sorrido, ribattendo:
“Veramente volevo solo dirti che sei davvero carino quando arrossisci, Shishido-san.” questa volta è il suo turno di rimanere interdetto ed in silenzio per qualche istante, durante i quali il colorito sulle sue guance cresce di intensità, dandomene così un’ulteriore conferma.
“STUPIDO!” riprende a darmi la schiena, continuando:
“A volte mi chiedo perchè sto qui ancora a perdere tempo con te.”
“Semplice.” replico, circondandogli le spalle con le braccia ed appoggiando la testa alla sua “.. Perchè sono il tuo partner.” borbotta qualcosa che non mi preoccupo di comprendere, prima di allontanarsi e terminare:
“Muoviamoci a tornare. Mi sta venendo fame.” mi metto a ridere, non aspettandomi nessun’altra reazione da parte sua.
“D’accordo.” lo raggiungo e, camminando al suo fianco, gli chiedo:
“Ti fermi da me?” annuisce, senza guardarmi ed io sorrido.
Farò anche la figura dello stupido ma non permetterò a nessuno di prendere il mio posto. A qualunque costo.

** Oshitari **
Non riesco a trattenere un sospiro notando come, il giorno dopo, la situazione sia rimasta pressochè immutata. Ma almeno non ho dovuto evitare palline su palline, il che è già un passo avanti.
“Non avete ancora risolto?” mi chiede Gakuto, lasciando ricadere qualche briciola delle patatine che sta sgranocchiando sulla rivista che sto sfogliando.
“Non si nota?” replico, spostando il giornale e scuotendolo leggermente per far cadere i residui di cibo a terra.
“E quanto ti serve, ancora?” quanto gli serve, semmai. Fosse stato per me, non sarebbe accaduto niente di tutto questo. Come se non bastasse, ieri sera sono stato talmente impegnato a pensare ad un modo per sistemare la situazione che non ho avuto il tempo di trovare un regalo adatto a lui e quello a mia disposizione per far ciò sta per scadere. Anche perchè sono certo che se sgarrassi di un solo minuto lui penserebbe di aver ragione su me e Fuji e questa è proprio la cosa che temo maggiormente.
Fortunatamente la soluzione ad entrambi i problemi sembra essermi offerta proprio dal settimanale che tengo in mano e quindi sospiro interiormente.
Non sarà facile ma, con le conoscenze di mio padre, potrebbe essere fattibile.
Spero solo che non sia proprio Atobe a mandare all’aria tutto..

Continua..

 

Bene, ecco cosa succede quando i personaggi prendono le proprie iniziative! Il titolo della fanfic lo devo tutto a questo capitolo, a Choutaro e Shishido in particolare! xD
Se non ci fossero stati a loro, a quest’ora probabilmente sarei ancora con un grosso punto interrogativo su come intitolarla, visto che inizialmente loro due non avrebbero dovuto nemmeno comparire.. Peccato che non sia riuscita ad ignorarli! ^^

Di' la tua ma non chiederci la password! ^^

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