Inui Magic Drink n^ 17 – Capitolo unico


“Buchou!”
“Tezuka buchou!” ho giusto il tempo di voltarmi, prima di vedere le matricole del club spalancare la porta e poi piegarsi sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Fuji..” inizia uno di loro, facendomi diventare immediatamente più attento “.. Fuji-senpai..” Fuji..?
“Lui..” prosegue l’altro, senza tuttavia riuscire a finire.
Lui?
Li guardo per un paio di secondi e, intuendo che sono ancora troppo stanchi per parlare, decido di dirigermi direttamente ai campi, così da controllare personalmente la situazione. Anche perchè, dai toni allarmati che hanno usato, posso solo immaginare che sia accaduto qualcosa di grave. Molto grave.
Che si sia infortunato?
Di fronte a questa prospettiva, aumento il passo, decelerandolo sono quando sono praticamente giunto a destinazione, dove vedo tutti i regolari attorno a lui. Mi avvicino, accorgendomi immediatamente dell’aria grave che aleggia fra di loro intanto che Kikumaru abbraccia Fuji, circondandogli la vita con un braccio e tenendogli una mano sulla testa.
“Cos’è successo?” domando cercando di non farmi influenzare dall’atmosfera che si respira. Subito ottengo su di me i loro sguardi, non sapendo se preoccuparmi o meno quando li vedo sì preoccupati ma anche un poco increduli e soprattutto accusatori.
“C-Capitano..” mormora Momoshiro, abbassando gli occhi sul terreno, imitato anche da Inui che, sistemandosi gli occhiali, continua:
“Non ci aspettavamo un comportamento simile da parte tua, Tezuka.” che comportamento?
Sedotto e abbandonato.” termina Kikumaru, costringendomi a fare del mio meglio per rimanere impassibile e stringendo maggiormente il suo compagno di classe, quasi a proteggerlo dalla mia vista, utilizzando un tono ancora più serio e deluso degli altri “.. Così ha detto.” ma che..?
“Cosa state blaterando?” il sole ha dato loro la testa?
“Visto?!” esclama Fuji, rimanendo nascosto contro la spalla di Kikumaru e lasciandomi sorpreso.
Sta.. Piangendo? Sul serio?
“Ha pure il coraggio di negare!” termina, facendomi rimanere completamente sconvolto.
Sta parlando di me?! È impazzito?!
“Su su, Fujiko-chan..” prova a consolarlo l’altro, accarezzandogli i capelli “.. Vedrai che passerà.” anche perchè io non ho fatto nulla.
“Che storia è questa?” insisto, cosa che fa pure quello che dovrebbe essere il genio della nostra squadra che, piangendo ancora più forte, prosegue:
“Ve l’avevo detto che l’avrebbe fatto!” gli altri annuisco, mantenendo le loro espressioni gravi “.. Non vuole nemmeno prendersi le sue responsabilità!” responsabilità?! Quali responsabilità?
“Avanti, Fujiko.” ci riprova Kawamura “.. Ne troverai un altro.”
“Uno migliore.” gli dà man forte l’altro.
“Che ti renderà felice come meriti.” sto.. Sognando, vero? Altrimenti non riesco a capacitarmi di tutto ciò.
“Fuji.” lo riprendo “.. Adesso basta.”
“Hai pure il coraggio di sgridarlo?” replica Kikumaru, voltandosi appena per darmi la schiena, tenendo il suo compagno ben stretto a sè e nascondendolo come può con il suo corpo “.. Dopo quello che gli hai fatto?”
“Io non ho fatto niente.” è Fuji che è impazzito completamente!
E loro non dovrebbero dargli corda in questo modo!
“Bugiardo!” mi smentisce il diretto interessato, aggrappandosi alla felpa dell’altro ragazzo.
“Tezuka.” si intromette Inui, appoggiandomi una mano sulla spalla “.. Un vero uomo ammette le proprie colpe.” le propr.. cosa?
Ignoro i cenni d’assenso degli altri componenti della squadra, troppo intento a spostare lo sguardo su qualcosa che prima non avevo notato a causa della loro presenza che lo nascondeva.
“Appunto, Inui.” replico, avendo finalmente capito quanto sta avvenendo e fissando il manager seriamente negli occhi “.. Quante volte ti ho detto di non portare i tuoi intrugli qui?” e quante volte ho detto a Fuji di non provare ad assaggiarli?
Si irrigidisce immediatamente, dandomi la prova che ho ragione.
“Quaranta giri del campo.” e, come sposto la mia attenzione sull’altro che agisce spesso di testa sua, vengo anticipato da Kikumaru che esclama:
“Non avrai davvero intenzione di punirlo!”
“Deve riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni.” come ha potuto anche solo prendere in considerazione di bere qualcosa che ha reso l’erba su cui è andato a cadere di un azzurro-grigio?
“Ed è quello che dovrebbe fare anche qualcun altro.” ribatte secco, senza mutare la sua espressione accusatoria.
“Io non ho fatto nulla.”
“E come spieghi quanto sostiene, allora?”
“È tutta colpa del drink di Inui.” riduce gli occhi a due fessure ma, prima che possa replicare, interviene Fuji che, riprendendo a piangere, esclama:
“Certo! Com’è colpa del drink di Inui il fatto che tu mi abbia baciato!” mi sento raggelare.
B-baciato?
I-intende.. Quel bacio?
Subito ho lo sguardo di tutti puntato addosso e Momoshiro, increspando le labbra in un sorriso a metà fra il malizioso ed il divertito, uguale a quello di Inui, ammicca, commentando:
“E adesso come hai intenzione di difenderti, buchou?”
“N.. Non devo spiegarvi proprio niente!” ribatto, sentendo le guance imporporarsi leggermente.
Non a loro, almeno! E, in quanto a Fuji, credevo avesse liquidato la faccenda, visto che non ne ha mai parlato! E per me è stato meglio così. È stato semplicemente il gesto di un bambino che non aveva il pieno controllo di sè, tutto qui! E, fin quando lui avrebbe continuato a pensarla così, non ci sarebbe stato bisogno di dire nulla.
Niente ammissioni, niente confessioni, niente perdite.
Io e Fuji amici e rivali come sempre.
“E ora riprendete gli allenamenti.” termino nel momento esatto in cui le altre matricole ci raggiungono.
“Ma..” ci prova Oishi “.. E Fuji?”
“Fuji deve riprendersi da quel drink.” e poi potrà chiedere scusa.
Guardo Inui, concludendo:
“E spero per te che avvenga presto.” poi faccio per andarmene, venendo fermato da Kikumaru che esclama:
“Io non lo lascio solo!” lo fisso da sopra una spalla per qualche attimo, prima di ritornare verso la stanza del club per terminare di sistemare il programma degli allenamenti della settimana prossima, senza obiettare.
In effetti è meglio che ci sia qualcuno che lo tenga d’occhio: se Fuji dovesse scappare, andando in cerca di consolazione dal fratello, è pressochè certo che ci sai anche Mizuki con lui. E conosciamo tutti quanto piaccia chiacchierare a quest’ultimo e che con velocità sa diffondere pettegolezzi senza nemmeno accertarsi che siano veri.
Certo, Kikumaru d’altro canto sostiene un po’ troppo il suo compagno di classe ma in compenso è piuttosto innocuo e, soprattutto, sotto controllo.
Arrivo a destinazione e riprendo con le mi occupazioni, venendo interrotto meno di un’ora dopo da Oishi che, entrando nell’aula, mi informa:
“Fuji è tornato normale, se ti interessa.” di già? Meglio così.
Annuisco, facendogli capire che l’ho ascoltato e far sì che continui, mentre sistemo i fogli su cui stavo lavorando:
“L’effetto del drink è passato all’improvviso e pare non ricordarsi nulla.” alzo un sopracciglio, facendogli eco:
“Non ricordarsi nulla?” con tutto il casino che stava combinando e la figura che mi stava facendo fare?
Fa un cenno affermativo col capo e, mentre ci dirigiamo ai campi, mi chiede:
“Sbaglio o la cosa non ti fa piacere?” lo guardo, senza replicare.
Come può farmi piacere, vista la situazione in cui mi stava mettendo?
Ride nervosamente, prima di farmi notare:
“Non eri tu che consigliava di fare come se niente fosse accaduto?”
“E non eri tu quello che poi ha spifferato tutto?” quando c’è stato quell’incidente con Kikumaru?
Si stringe nelle spalle, cogliendo perfettamente a cosa mi riferisco, tanto che arrossisce leggermente nel difendersi:
“Ma era una cosa diversa.” se lo dice lui..
Giungiamo a destinazione e, senza alcuna difficoltà, adocchio la fonte dei problemi di oggi che sta osservando un match fra Kikumaru e Momoshiro con il suo classico sorrisino che gli tende le labbra. Mi avvicino, attirando la sua attenzione con un semplice:
“Dieci giri del campo.” che però sortisce il suo effetto. Infatti mi guarda ma con un’espressione perplessa con la quale intuisco che ne ignora il motivo e quindi aggiungo:
“Per aver bevuto il drink di Inui.” e per aver fatto di nuovo di testa sua.
Insomma! L’esperienza non gli ha insegnato proprio nulla?
“Ah.” torna con gli occhi al di là della rete, ripristinando il sorriso e senza accennare a fare quanto ho detto.
“Vogliamo fare venti?”
“Sempre per il solito motivo?” annuisco.
Ce ne dovrebbe essere un altro?
“D’accordo.” tuttavia non accenna a muoversi e quindi gli faccio notare:
“Guarda che osservare fino alla fine la loro partita non ti esornerà dal farli.”
“Lo so.” e allora perchè non comincia?
Riduco gli occhi a due fessure, scrutandolo con più attenzione.
Non è il tipo da sollevare polemiche o conflitti a meno che non venga debitamente provocato. Possibile che..?
“Lo hai bevuto?” domando, conoscendo già la risposta e sapendo esattamente cosa questo comporta. Infatti inclina la testa di lato, quel tanto che gli basta per guardarmi ma limitandosi a sorridere.
Appunto.
“Si può sapere che ti è preso?” aggiungo.
Non sono da lui questi scherzi.
“Non vedo dove sta il problema.” replica, piegando maggiormente le labbra verso l’alto “.. Ignora l’accaduto: è stato tutto un incidente, no?” lo scruto, cercando di capire dove vuole arrivare “.. Fare finta di niente è la soluzione migliore: fai come se niente fosse successo ed avrai meno cose a cui pensare.” capisco subito a cosa si riferisce e, soprattutto, quale sia la citazione e, per fortuna, non mi vede arrossire leggermente per la vergogna, dal momento che, riportando la sua attenzione alla partita al di là della rete, esclama:
“Oh, guarda! Eiji salta ancora più in alto dell’ultima volta.” non ho la prontezza di replicare nè di riportare il discorso a quello precedente, visto che vengo anticipato dall’arrivo di alcuni del secondo anno che mi chiedono come organizzarsi con le matricole per i turni delle pulizie dei campi e da Kawamura che, sistemandosi accanto al genio, inizia a commentare anche lui i miglioramenti dei due giocatori. Così sono costretto ad aspettare la fine degli allenamenti e, una volta cambiato, lo attendo direttamente al cancello d’ingresso in modo da verificare personalmente che tutti i membri lascino la struttura scolastica per poter affrontare l’argomento senza interruzioni o spionaggi di alcun genere.
Non mi sorprendo particolarmente quando lo noto avvicinarsi in compagnia di Kikumaru e Kawamura e, come si accorge della mia presenza, si ferma, facendo bloccare anche gli altri. Sorride loro e per fortuna non devo dire nulla, visto che ci pensa da solo a congedarli.
“Sei sicuro?” insiste il suo compagno di classe, seguito a ruota dall’altro:
“Sei appena reduce da un drink di Inui: è meglio essere prudenti.” giusto.. *Se* solo ne fosse reduce..
“Starò bene, non preoccupatevi.” li rassicura, senza cambiare espressione. I due si scambiano un’occhiata ma poi annuiscono e, dopo averlo salutato, se ne vanno sebbene non mi sfugga l’occhiata torva che Kikumaru mi lancia nel passarmi davanti.
“Allora..” comincio, schiarendomi la voce non appena Fuji mi raggiunge “.. Mi avevi sentito?”
“A quanto pare..” smette di sorridere, aggiungendo:
“L’unica cosa che non capisco è il motivo. Lo sai che puoi dirmi tutto.” sì.. Tutto tranne quello.
“Mi spiace.” rispondo, tenendo gli occhi sulla strada “.. Ma credevo sul serio che fosse meglio così.” in questo modo sicuramente non l’avrei perso.
“Davvero?” annuisco, confermandogli:
“E lo penso tuttora.”
Rimane in silenzio qualche istante prima di sussurrare:
“Questo.. Non è davvero da te, Tezuka.” ne resto sorpreso e, come lo guardo, non prova nemmeno a nascondere come si senta nel continuare:
“Tu.. Affronti sempre le conseguenze delle tue azioni e, al contrario di me, non ti nascondi mai.” abbassa il viso e, stringendo maggiormente il manico della borsa, termina:
“Non capisco perchè questa volta dovrebbe essere diverso.” c’è da chiederlo? Perchè *è* diverso. Non riguarda solo me, riguarda me e lui.
Cosa potevo dirgli?
Che già dal primo anno volevo essere io a fargli mostrare il suo vero volto? Essere il primo e, possibilmente, l’unico? Che voglio essere speciale per lui anche solo sul campo? E che, con l’ingenuità che solo un dink di Inui poteva darmi, gli ho fatto capire che, una volta saputo di aver ottenuto quanto più desideravo, allora potevo diventare speciale per lui anche in un altro modo?
Assolutamente no. Fuori discussione.
Io voglio continuare ad essere l’unico per lui. L’unico con il quale riesca a confidarsi veramente. Non voglio che mi nasconda niente di sè, anche a costo di rinnegare quel bacio.
Infatti resto in silenzio, facendolo bisbigliare un:
“Sei uno stupido.” che mi lascia sorpreso.
Non ho il tempo di domandargli il motivo visto che, passandomi accanto, aggiunge:
“Avevi ragione, Tezuka. Era meglio fare finta di niente.” istintivamente mi volto, bloccandolo per un polso ma, prima che possa dirgli di aspettare, si libera dalla mia presa e, proseguendo verso casa, termina con un:
“A domani.” con il quale mi fa capire che per lui la conversazione finisce qui.
E forse è meglio così.
Aspettare.. Per cosa? Tanto non gliel’avrei detto e proseguire con questo discorso avrebbe solo peggiorato la situazione.
Sospiro.
Ma perchè con tutte le persone che potevano sentire il mio discorso con Oishi, è toccato proprio a lui?
Piego la testa all’indietro, muovendola a destra ed a sinistra per stirare i muscoli.
Ormai questi drink di Inui stanno diventando una vera seccatura: non che la cosa mi stupisca ma fanno più male che bene e un giorno sì e l’altro pure portano problemi in cui ci andiamo di mezzo noi. E soprattutto io, seppur indirettamente.
Scaccio dalla mente la volta in cui perfino Atobe venne alla nostra scuola ad accusarmi e, decretando la giornata di oggi l’ennesima giornata no del periodo, mi dirigo verso casa con l’unica speranza che una notte basti a Fuji per accettare che è meglio fare come se niente fosse accaduto, non sapendo se preoccuparmi o meno quando, l’indomani, agli allenamenti vedo arrivare solo Kikumaru.
Che abbiano deciso di venire separatamente?
Ho la mia risposta quando quest’ultimo, avvicinandosi, mi dice:
“Fuji oggi non viene.” nascondo la mia sorpresa ma non chiedo spiegazioni, intuendo dal suo modo allegro di rivolgermisi che Fuji non pare avercela con me e, in caso così non fosse, che è riuscito a mascherargli la cosa piuttosto bene.
Annuisco ma, quando la scena si ripete anche il giorno dopo, non riesco a trattenermi dal chiedere:
“Il motivo?” scrolla le spalle, commentando:
“Impegno con Saeki.” mi irrigidisco, intanto che lui rincara la dose:
“Da quel che ho capito l’ha chiamato pure oggi.” pure? Quindi anche ieri si è visto con lui?
“Nyaaa!” termina, stiracchiandosi e dirigendosi verso le matricole “.. Fujiko non dovrebbe saltare così tanti allenamenti, non gli fa bene!” non ribatto, preferendo riflettere su quanto appena venuto a sapere.
Quindi.. È questo il suo modo di far finta di niente?

** Fuji **
“Grazie per esser venuto e scusa per il poco preavviso.” ridacchia “.. Di nuovo. Ma, sai.. Ormai li conosci.” sorrido a Saeki, annuendo.
“Non è stato un problema.” mi sono divertito!
E, soprattutto, sono riuscito a non pensare a quanto accaduto due giorni fa con Tezuka: alla fine la mia mossa per fargli confessare che si ricordava tutto mi si è rivolta contro e quel che ne ho ricavato è stata la prova di non essere così speciale come credevo d’essere per lui.
Sì, avrei fatto decisamente meglio a far finta di nulla.
Sospiro interiormente, cosa di cui forse Saeki si accorge lo stesso, visto che mi domanda:
“Qualcosa non va?” scuoto la testa, non volendo metterlo al corrente dei miei pensieri.
“No, niente.” e, per non farlo insistere, torno a sorridere, aggiungendo:
“Beviamo qualcosa insieme?” tutto sommato è ancora presto e, anche se riuscissi a tornare in tempo per la fine degli allenamenti, dubito proprio che riuscirei ad impugnare la racchetta, visto il numero non indifferente di giri del campo che dovrei fare. Quindi tanto vale saltare completamente anche quello di oggi ed evitarne una doppia razione.
“A patto che offra io.” ribatte, facendomi l’occhiolino “.. Così mi scuso per il disturbo.” annuisco e, dopo aver recuperato le nostre borse, lasciamo i campi in cui ci siamo affrontati in un’amichevole per intrattenere un gruppo di bambini a cui lui e Davide avevano promesso di badare per un paio d’ore, con l’unico problema che poi Davide ha avuto un impegno e quindi Saeki mi ha chiesto se potevo sostituirlo.
“Allora..” riprende, dirigendoci verso la spiaggia “.. Come vanno le cose alla Seigaku?”
“Direi bene: non riuscirete a batterci nemmeno al prossimo incontro.” mi lancia uno sguardo di sfida.
“Staremo a vedere.” sorrido ma, prima che possa dirgli di non illudersi, mi spavento nel vedere qualcosa di azzurro sfrecciarmi davanti agli occhi, così come non riesco ad oppormi quando vengo costretto ad indietreggiare da qualcosa che mi tira, andando a sbattere contro.. Contro.. Un torace?
“Lui viene con me.” eh?
Ho sentito male oppure questa voce è di..
“Accidenti, Tezuka.” commenta Saeki con un’espressione perplessa, in perfetta sintonia con la mia di sorpresa, specie nel rendermi conto che ciò che mi sta tenendo fermo e stringendo è proprio un braccio del capitano che mi avvolge le spalle “.. Li tieni davvero sotto con gli allenamenti.” infatti..
Alzo lo sguardo sul mio compagno di squadra per cercare di capire che cosa gli sia preso e, soprattutto, per accertarmi che si tratti veramente di lui ma mi irrigidisco nel vederlo serio come raramente lo è.
Mette i brividi..
“T-Tez..” provo a chiamarlo, venendo anticipato da lui che, rivolgendosi all’altro ragazzo presente, sibila:
“Sparisci.” ne resto ancora più sconvolto.
“Come preferisci.” ribatte Saeki, scrollando le spalle con un sorrisino “.. Ci vediamo, Fuji.” cos..?
Provo a liberarmi, replicando:
“Aspetta, Saeki!” non è come pensa!
Tuttavia non riesco a fare nemmeno mezzo passo, visto che Tezuka continua a tenermi stretto a sè ma questo pare solo divertire il componente della Rokkaku che, allegramente, mi risponde:
“Stai tranquillo! Ti chiamo io!” sì, ma..!
Mi fa un cenno con la mano di saluto ma, prima che possa provare a fermarlo di nuovo per scusarmi del comportamento del nuovo arrivato e spiegargli la situazione, vengo trascinato via proprio da quest’ultimo che mi lascia andare giusto il tempo necessario per afferrarmi per un polso ed incamminarsi verso la stazione del treno più vicina.
“Tezuka!” esclamo, non sapendo se spaventarmi o meno nel sentire quanta forza stia mettendo nella sua presa “.. Lasciami!” mi fa quasi male!
Non mi ascolta e, anche se ci riprovo, la situazione non cambia tanto che sono io a dover cercare di divincolarmi con la conseguenza di ritrovare la sua morsa rafforzata.
“Insomma, Tezuka!” ci riprovo, impuntando i piedi e costringendolo questa volta a fermarsi ed a voltarsi verso di me se non vuole davvero lasciarmi qualche livido “.. Non ti pare di star esagerando?!” rimaniamo a fronteggiarci con gli occhi l’uno in quelli dell’altro fino a quando, intuendo che non sarà certo lui a cedere ed a parlare per primo, mi azzardo a chiedere mantenendo comunque un tono serio:
“Non eri tu quello che diceva di rimanere lontani dai drink di Inui?” e invece? Eccolo qui, completamente fuori di sè!
Questa volta Inui ha esagerato sul serio con i suoi esperimenti.
“Ed è quello che faccio.”
“Non si dir..” vengo zittito da uno strattone col quale mi fa finire praticamente addosso a sè e, soprattutto, dalle sue labbra che si impossessano senza alcuna esitazione delle mie, in un bacio travolgente e completamente diverso dal primo che mi diede. Mi mette una mano sulla nuca, attirandomi maggiormente a sè per impedirmi di allontanarmi, come se la possessività con cui mi prende il labbro inferiore o quello superiore fra le sue non fosse sufficiente a tenermi legato a sè e lasciandomi ansante quando si allontana quel tanto che gli basta per dichiarare, tenendo lo sguardo fisso nel mio:
“Non ho bisogno di Inui per impedirti di dare ciò che ho messo quasi tre anni ad avere a qualcun altro.” mi sento avvampare.
“Ma che stai dicendo?!” io non sto dando niente proprio a nessuno!
Provo ad indietreggiare di un passo per ripristinare una distanza che mi permetta di ragionare lucidamente ma non ci riesco, tradito dalle gambe che non mi reggono e, se non ci fosse Tezuka con i suoi riflessi più che per perfetti, cadrei dritto al suolo. Invece ci pensa lui ad accompagnarmi, chiedendomi, senza lasciarmi andare:
“Stai bene?” lo fisso sconvolto e, vedendolo decisamente più tranquillo del sottoscritto, esclamo sentendo il volto in fiamme:
“Secondo te posso star bene dopo il bacio che mi hai dato?!”
“Ah..”
“Maledizione, Tezuka..” borbotto, voltando il viso di lato, quasi a nascondergli il mio più che evidente rossore “.. Si può sapere che ti prende?” faccio davvero fatica a credere che non sia sotto l’effetto di qualche drink.
“Scusa.” mormora con una lieve sfumatura imbarazzata nella voce che mi giunge lo stesso “.. Ho agito d’impulso.” questo l’ho notato!
Rimaniamo in silenzio qualche istante, prima che mi domandi:
“Ce la fai a reggerti?” ne resto sorpreso ma, non sapendo cos’altro fare, annuisco, accettando comunque il suo aiuto per rimettermi in piedi. È lui a recuperare la mia borsa, porgendomela ed io la prendo, ringraziandolo.
“Andiamo.” prosegue, rincamminandosi verso la stazione, precedendomi.
Come? Tutto qui?
Sospiro e, imitandolo, non ho nemmeno il coraggio di guardare la sua schiena nel mormorare, nascondendo il mio risentimento:
“Quindi.. Anche questo non è mai accaduto?” e questo è il suo modo di farmelo capire? Liquidare in questo modo l’intera faccenda?
Mi blocco, scontrandomi contro la sua schiena e, massaggiandomi piano il naso, faccio per domandargli quale sia adesso il problema, venendo anticipato da lui che, guardandomi da sopra una spalla, risponde:
“Scegli tu.” poi si rincammina, aggiungendo a voce talmente bassa che quasi ho il dubbio di essermelo solo immaginato:
“Basta che non ti allontani da me.” infatti resto ad osservare la sua felpa, rielaborando quanto avvenuto in questi secondi più e più volte.
No, non me lo sono immaginato. Lo ha detto sul serio.
Sorrido ed aumento il passo fino ad affiancarlo e sfiorargli le dita della mano con le mie.
“Va bene.” mi guarda ed io piego maggiormente le labbra verso l’alto facendolo arrossire leggermente. Torna con gli occhi di fronte a sè e, dopo essersi schiarito la voce per riacquistare il controllo, afferma:
“Che non ti venga più in mente di saltare gli allenamenti senza una valida ragione.” mi metto a ridere, provocandolo:
“Altrimenti mi fai correre?” come risposta ricevo un’occhiata più che eloquente e quindi aggiungo:
“D’accordo, d’accordo.”
“E, non farmelo ripetere ancora, tieniti alla larga dai drink di Inui.”
“Cercherò di tenerlo a mente.”
“No.” mi riprende, perentorio “.. Devi farlo e basta.”
“Va bene.” anche se non so se augurarmi lo stesso per lui. Se ogni volta che ne beve davvero uno finisce col baciarmi, allora.. Ovvio, preferirei che prendesse l’iniziativa da solo ma, quasi quasi, una volta tanto..

**Fine**

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