Eyes on me (BB) – Capitolo V


**Rei**
“Non così, Lai!” esclamo, notando con quanta poca forza abbia lanciato Galuon “… Credi davvero di poter vincere, con una rotazione così lenta?”
“Scusa…” ansima, piegandosi su un ginocchio per recuperare meglio fiato “… Ma oggi… Non ce la faccio davvero…”
“Devi farcela, invece!” se non superiamo i nostri limiti, non riusciremo mai a diventare campioni! “… Alzati!” fa come gli ho detto e, sebbene mi accorga che le gambe faticano a reggerlo, lo attacco con tutta la forza che possiedo, scaraventando il suo bey contro un albero.
“Avresti dovuto evitarlo.” commento, passandomi il dorso della mano sulla gola e richiamando Driger nell’altra.
Kai lo avrebbe fatto. Ed avrebbe pure contrattaccato.
“Dacci tregua, Rei.” lo difende Mao, accasciata sul terreno “… Ormai… Sono mesi che proseguiamo così…” ma a quanto pare senza risultati.
“E credete di essere già ad un buon livello?” si sbagliano!
Siamo ancora lontani dal nostro punto d’arrivo!
Mi guardano senza replicare ma probabilmente intuendo i miei pensieri e, come faccio per andarmene, Mao riprende:
“Rei! Aspetta!” non la ascolto, preferendo di gran lunga allenarmi.
Ora che ho trovato un nuovo attacco, voglio renderlo perfetto nel minor tempo possibile.
Raggiungo il posto a me più congeniale e, mettendomi in posizione, sussurro:
“Forza, Driger.” almeno noi, dimostriamo di che pasta siamo fatti!
Proseguo tutto quello che resta del giorno, provando e riprovando ma senza venirne a capo, tanto che non scaglio un pugno a terra solo perchè le forze non me lo consentono. Infatti respiro affannosamente, cercando di recuperare aria il più possibile e, quando torno a guardare il terreno di fronte a me, non trattengo un’imprecazione nel notare che si è già fatto buio e che quindi non posso continuare col mio programma.
Ci mancava solo questa..!
La settimana scorsa la pioggia che rendeva il suolo scivoloso ed ora le giornate che iniziano ad accorciarsi!
Devo trovare una soluzione!
Poco a poco regolarizzo la respirazione e, quando sono in grado di camminare, torno verso casa, certo che lì troverò un modo per riprendere quanto interrotto. Noto subito una figura fuori di essa, riconoscendo Mao solo quando le sono praticamente di fronte.
“Cosa ci fai qui?” le chiedo, avendo precedentemente intuito che per oggi non volesse più allenarsi.
“Ti stavo aspettando!” mi risponde difatti, con una nota preoccupata nella voce “… Sei stato fuori tutto questo tempo, vero?”
“Perchè me lo domandi se conosci già la risposta?” lo sa che non mi accontento di allenarmi con loro.
“Perchè, se Lai cerca di capire il tuo comportamento, io credo che tu stia esagerando!”
“Esagerando?” le faccio eco.
Annuisce, ribadendo:
“Sì, esagerando! Non ti accontenti mai, non ti basta mai, vuoi sempre di più e cerchi sempre di superare il tuo limite!” e allora?
“Questo si chiama allenarsi.” e loro dovrebbero saperlo!
Se non si cerca di superarsi, si rimarrà sempre allo stesso livello. Non l’hanno ancora capito?
Evidentemente no, visto che replica:
“Non è allenarsi, è esagerare e non rendersi conto di quello che si fa! Ci siamo sempre allenati insieme, Rei, ma mai così. Mai in questo modo! Sei cambiato, Rei! Possibile che non te ne renda conto?” cambiato?
“Beh, meglio così.” se prima ero debole, ora non voglio più esserlo.
“Non è affatto meglio così!” urla, intanto che gli occhi le diventano lucidi “… Insomma, guardati! Una volta eri dolce, pensavi al bene della squadra, ora invece..!”
“Invece?” la incito a continuare con tono leggermente irritato, causandole un singhiozzo.
“Ora invece sei freddo e tutto quello che ti interessa è vincere! Non sembri il nostro capitano ma uno della squadra russa!” uno della squadra russa?
Accenno ad un sorrisino, ribattendo:
“Grazie del complimento, Mao, ma… Credo che tu ti stia sbagliando.” se fossi uno della squadra russa probabilmente sarei già ad un livello superiore, altrimenti Kai non accetterebbe mai di far parte di una squadra di inetti.
Torno serio e, stringendo una mano a pugno, concludo:
“Semplicemente non voglio rimanere un blader mediocre e questo dovreste volerlo anche voi.”
“Ma ti ascolti quando parli?!” esclama, avvicinandosi fino ad essermi completamente di fronte mentre una lacrima le sfugge dagli occhi “… Non hai mai usato simili termini e soprattutto mai rivolti a noi! Tu ci incoraggiavi, facevi leva sui nostri punti di forza, ora invece non fai che dirci che non andiamo bene ed a denigrarci.”
“Io non vi denigro.” dico solo le cose come stanno e cerco di far aprire loro gli occhi.
Apre la bocca per rispondere ma un:
“Mao!” la precede e, quando ci voltiamo entrambi verso il nuovo arrivato, vediamo Lai che si avvicina.
“Adesso basta.” prosegue, fermandosi ad un paio di metri da noi “… Hai detto anche troppo.”
“Ma..!”
“Basta così.” la zittisce “… Andiamo.” lei mi riserva una veloce occhiata, prima di annuire ed andarsene. Lai, invece, aspetta che lo superi e poi mi guarda, mormorando:
“Mi dispiace per quello che è successo.”
“Non fa niente.” mento.
In fondo questo avvalora solo la mia convinzione: non sono ancora pronti per partecipare ai mondiali.
Annuisce e, dopo aver mosso qualche passo verso casa, si blocca, aggiungendo senza girarsi:
“Su una cosa però ha ragione.” alzo un sopracciglio. Non vorrà anche lui..? “… Sei cambiato.” sì, anche lui “… E non in meglio, come pensi tu.” resta in silenzio qualche secondo, duranti i quali non ribatto e poi conclude:
“Non so cosa ti stia spingendo ad agire così, ma… Cerca di tornare in te.”
“Io sono già in me.” sibilo.
“Ecco.” aggiunge, rincamminandosi “… Il prima possibile, magari.” non rispondo, visto che sicuramente le mie parole sarebbero tutto tranne che gentili. Entro nella mia abitazione e, visto che il discorso con i due fratelli mi ha fatto passare completamente la voglia di allenarmi, mi faccio una doccia, scontrandomi una volta fuori col mio riflesso. Faccio vagare lo sguardo sul mio corpo, scorgendo così i muscoli meglio delineati e forse anche più accentuati rispetto a prima e, quando arrivo all’altezza degli occhi, non trattengo una smorfia.
Ma quali freddi? Sono decisi.
Questi sono gli occhi di chi non si arrende alla prima difficoltà mentre quelli che avevo prima… Beh, quelli erano da debole.
Ed io non voglio essere un debole.
Io proseguirò sulla mia strada che a loro piaccia o no.

 

Infatti così faccio e, giorno dopo giorno, mi ritrovo sempre più spesso ad allenarmi da solo perchè loro sono troppo stanchi per sostenere il ritmo.
Tks…
Patetici.
Cosa pensano?
Che, mentre loro si riposano, lo facciano pure Kai e gli altri?
Ridicolo.
Assolutamente ridicolo.
Come se non bastasse, pure Driger sembra battere la fiacca tanto che, una sera, mi trovo a scontrarmi pure con la mia Tigre e la sua scarsa capacità d’attacco e di concentrazione.
“Si può sapere cosa ti prende?” le chiedo infatti, senza nascondere quanto la cosa mi innervosisca. Lei mi guarda ed io proseguo:
“Almeno tu, dopo tutto questo tempo, dovresti essere migliorata ed invece?” invece non riesce a portare a termine una combinazione decente. Ancora.
Resta a fissarmi per qualche istante, poi si rimette in posizione d’attacco così che possa spronarla di nuovo ad andare a segno, fallendo anche questa volta.
“Dannazione!” esclamo “… Perchè non ci riesci?!” la Fenice di Kai ce l’avrebbe sicuramente fatta! Ed anche il Drago di Takao, ne sono certo! “… Impegnati di più! È tutto qui quello che sai fare?” non può essere!
Si lascia andare ad un basso ruggito, prima di spiccare un balzo verso terra ed incamminarsi nella direzione opposta alla mia.
“Che stai facendo?! Non è facendo così che diventerai la più forte!” si ferma un istante solo, quello a lei sufficiente per guardarmi e ripetere lo stesso verso di prima, riprendendo il suo cammino senza rientrare nel mio bey.
Ne resto sconvolto.
Sta sul serio..?
“Te ne stai andando?” le grido, avvertendo gli occhi inumidirsi “… Anche tu ti arrendi, come tutti loro?” non si volta, scomparendo fra gli alberi e lasciando il mio Driger da solo a girare.
Quindi… È un sì?
Urlo la mia frustrazione e, lasciandomi cadere in ginocchio, picchio i pugni sul terreno, permettendo alle lacrime di scendere liberamente.
Maledizione!
Avanti di questo passo non riuscirò mai ad essere il migliore.
Perchè? Perchè anche lei mi ha tradito?
“Non l’hai ancora capito?” sobbalzo nel sentire la voce del Maestro Tao e, sollevando il viso di scatto, ho proprio la conferma della sua presenza a qualche metro di distanza da me. Mi asciugo il volto con il dorso di una mano, mettendomi seduto e, guardando di lato, domando:
“Cosa ci fate qui?”
“Io sono sempre stato qui, caro, piccolo Rei.” replica scherzosamente “… Il fatto che tu non abbia notato la mia presenza è un dettaglio che dovrebbe farti riflettere.” mi irrigidisco.
Questo significa… Che ha visto tutto?
Che ha visto la mia Tigre abbandonarmi?
Mi stringo nelle spalle, vergognandomi improvvisamente di me stesso, intanto che un silenzio pesante cala su di noi.
È lui ad interromperlo dopo qualche minuto, chiedendomi con tono incredibilmente serio:
“Ti sei reso conto, vero, che, se la tua Tigre se n’è andata, un motivo c’è?”
“Non se n’è andata.” rispondo, guardando il terreno.
Lei… Lei tornerà!
“Davvero?”
“Sì.” affermo il più deciso possibile.
Lei deve tornare. Non può lasciarmi! Non lei, altrimenti… Cosa farò io?
Resta muto per qualche istante prima di domandarmi:
“Per quanto ancora non vuoi comprendere? Credi che il discorso di Mao fosse così sbagliato?” ci resto di sasso.
Ha assistito anche a quello?
“Apri gli occhi, Rei.” prosegue “… Togliti dalla mente per una buona volta Takao e Kai e la sete di vittoria che hai nei loro confronti e guardati: credi sul serio di essere cambiato in meglio se perfino la tua Tigre ti ha lasciato solo?”
“Lei…” non mi ha lasciato…
Purtroppo non riesco a terminare la frase, visto che la mia attenzione si sposta su Driger, ancora senza il suo bit.
Tornerà?
Sento gli occhi farsi nuovamente lucidi, mentre la paura che mi abbia abbandonato sul serio inizia a farsi concretamente avanti. Quindi è ancora una volta il silenzio a fare da padrone e, ancora una volta, è il Maestro ad interromperlo, bisbigliando:
“Pensaci, Rei.” poi si avvia verso il villaggio ma, prima che possa essere troppo lontano, esclamo:
“Aspettate!” lo avverto fermarsi ed io mormoro:
“Se lei…” abbasso gli occhi, deglutendo per sciogliere il groppo venuto alla gola “… Se lei per ipotesi…” se ne fosse andata sul serio… “Io… Come…” farò? Io ho bisogno di lei! Voglio riaverla! Devo riaverla.
È sempre stata al mio fianco e so di non poter vincere questa battaglia, senza di lei.
“Non è la prima volta che se ne va di sua spontanea volontà, mi pare.” no, è vero… Ma l’unica volta che se n’è andata… È stata quando io… Non ero più deciso e sicuro di me come un tempo… “… Quindi dovresti sapere da solo la risposta.” la risposta?
Si riavvia ed io non lo fermo, non avendo nient’altro da dire.
La risposta…
Davvero la so?
Eppure… Non sono diventato meno sicuro di me, al contrario! So che posso farcela a diventare il più forte, devo solo allenarmi di più.
Possibile che sia davvero questa la causa?
Mi alzo e, dopo aver recuperato il mio bey ormai fermo, rimango ad osservarne la parte superiore, in particolare il cerchio che dovrebbe essere occupato dalla mia Tigre.
Tornerà. Devo farla tornare.
Lo stringo un po’ più forte e, non sapendo che altro fare, torno nella mia abitazione, mettendo la testa sotto il getto d’acqua fredda per schiarirmi le idee. Getto la testa all’indietro, rimanendo sconcertato quando i miei occhi incontrano quelli del riflesso.
Non sembrano i miei. Non dopo aver perso la mia Tigre.
Ricordo molto bene il dolore che provai la prima volta che mi voltò le spalle per andarsene. Piansi una notte intera, chiedendomi come poter fare per riaverla con me ma, dai miei occhi, ora che sono nella stessa situazione di allora, non traspare niente di tutto ciò. Sembrano quelli di un giorno qualsiasi ed io non mi sento come se fosse un giorno qualsiasi.
Sfioro lo specchio con due dita.
Possibile che sia davvero cambiato così tanto? Che Mao e gli altri abbiano ragione? Che la mia Tigre, non riconoscendomi più, abbia deciso di lasciarmi?
Beh, per fortuna o sfortuna, credo di avere solo un modo per capirlo.

 

Continua…

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