Inui Magic Drink n^ 13 – Capitolo unico


“Chi vuole provarlo?” ci voltiamo tutti verso il nostro manager che, con un sorriso smagliante e soddisfatto, ci porge un bicchiere pieno di un liquido color viola scuro che, sebbene non bolla ancora, emana un fumo porpora.
Porpora?
Dev’essersi davvero impegnato per creare una cosa simile!
“Argh!”
“Nyaaa!!”
“Non ci penso nemmeno!”
“Ssssh..”
“Hng.” sono le risposte dei miei compagni di squadra mentre io alzo una mano per accettare il suo invito, commentando con un sorriso:
“Sembra buono. Sono curioso di sapere se lo è anche il gusto.” peccato che ciò mi viene impedito da una mano che mi afferra il polso, costringendomi ad abbassare l’arto.
“Non ci provare.” mi ammonisce Tezuka, guardandomi severamente, prima di rivolgersi a Inui:
“Quante volte devo ripeterti di non portare i tuoi esperimenti qui?”
“Ma dovrò pur sapere il loro effetto.” protesta il diretto interessato, giustamente.
E poi a volte non hanno un sapore sgradevole.
“Sì, ma non su di noi!” esclama Eiji, facendo un passo in avanti e mostrandogli il pugno. E, visto che il capitano gli dà ragione, al nostro raccoglitore di dati non resta altro da fare che andarsene con la sua nuova creazione.
Tutti colgono un sospiro di sollievo tranne Tezuka che, tornando a fissarmi, aggiunge:
“Dieci giri del campo.” cos..?
“Perchè?” non ho fatto niente!
“Sai l’effetto che potrebbero avere. In questo modo potrai riflettere se è il caso o meno di provarli la prossima volta.”
“Non mi sembra molto corretto.” commento ma, capendo dal suo sguardo che sarà irremovibile, sospiro interiormente, arrendendomi subito al suo volere.
D’altronde la testardaggine di Tezuka è nota a tutti, credo..
Sono quasi a metà del settimo giro quando noto dall’altra parte del campo rispetto a me proprio il nostro capitano che, tenendosi una mano all’altezza dello stomaco, si lascia ricadere seduto su una panchina.
“Tezuka!” esclamo, allarmato che possa stare male ed attirando l’attenzione dei miei compagni che non si erano accorti di nulla. Anche loro si rendono conto di ciò e, mentre io aumento la velocità per raggiungere il prima possibile la porta d’accesso ai campi, gli vanno intorno per controllare le sue condizioni.
Quando li raggiungo, per poco non mi scontro contro la schiena di Kaido che, mezzo pietrificato, indietreggia di un passo. Pure i miei compagni di squadra hanno un’espressione sconvolta e quindi, approfittando del mio essere esile, mi faccio strada fra di loro, bloccandomi a mia volta non appena poso i miei occhi su di lui.
“Interessante.” commenta Inui, recuperando il suo quaderno relativo al nostro pilastro “.. È la prima volta che mi capita una cosa simile.”
“T-Tezu..” provo a chiamarlo, sebbene la voce risulti troppo flebile per essere sentita. Tuttavia alza lo stesso il suo sguardo su di me e, dopo essersi arrotolato la felpa della divisa fino ai polsi, si alza, così da recuperare la sua racchetta. Ne saggia l’impugnatura e prova un paio di smash, prima di puntarmela contro e dichiarare:
“Fuji-kun, ti sfido.” F-Fuji.. Kun?
Quindi è sul serio..
“Nyaaa!!”
“Capitano!” esclama invece Momoshiro “.. Ma sei impazzito? Ti rendi conto della situazione in cui sei?” il diretto interessato sposta la sua attenzione a lui, intanto che Oishi gli dà man forte:
“Prima dobbiamo capire com’è potuto accadere che Inui ti abbia fatto ringiovanire di due anni!”
“E soprattutto come farti tornare com’eri fino a poco fa, nya!” ecco. Soprattutto questo!
Invece a lui pare proprio non importare dal momento che si inginocchia il tempo necessario per sistemarsi anche i calzoni evidentemente diventati troppo lunghi e poi proseguire, rivolgendosi a me:
“Avanti! Ti farò mostrare il tuo vero volto!”
“S-senti, Tezuka.” ci provo anch’io, accennando ad un sorriso tirato “.. Non pensi che gli altri abbiano ragione?”
“No.” afferma senza un minimo di dubbio “.. Il mio braccio sta bene. Voglio un match.” lancio un’occhiata a Inui, in cerca d’aiuto, ma lui è troppo intento a studiare la sua borraccia per rendersene conto.
“Mmmh..” mormora infatti “.. A quanto pare il mio drink ha anche l’effetto di animare lo spirito combattivo.” come se non l’avessimo notato.. “.. Sistemato, potrebbe diventare un’ottima arma!” sì, ma..
“Inui!” esclama Eiji “.. Non è questo il momento per pensare a queste cose!” appunto! “.. Se tu gli avessi dato retta ed avessi tenuto il tuo intruglio fuori dal campo, non sarebbe successo nulla!” esatto!
“Beh..” si difende l’altro, stringendosi nelle spalle “.. L’ho messo nell’unico posto disponibile. Come potevo immaginare che lui avrebbe scambiato la sua borraccia per la mia?”
“Non importa.” afferma il diretto interessato “.. Quel che è stato è stato. Ora voglio giocare contro Fuji-kun.” sì, ma io no!
Per fortuna interviene Echizen che, facendo qualche passo nella sua direzione, gli propone con un sorriso di sfida:
“E perchè non contro di me? Adesso abbiamo la stessa età, vediamo chi è il più forte.”
“Non mi interessi.” ribatte secco, senza spostare gli occhi da me “.. Il mio obiettivo è Fuji-kun.” il che non mi pare proprio una buona idea.
“F-forse..” balbetta Taka-san “.. Sarebbe meglio assecondarlo.”
“Scherzi?!” esclama Momoshiro, dando voce ai miei pensieri “.. Dobbiamo farlo tornare normale!” infatti!
Io non posso giocare contro Tezuka! Non contro questo Tezuka!
“Sì, ma..” insiste il futuro cuoco “.. Forse in questo modo.. Smaltirebbe l’effetto del drink, no?”
“Non potrebbe smaltirlo in un altro modo?” chiedo, cercando di trovare un’altra soluzione.
Correndo, magari! Meglio di così!
Peccato che il soggetto del nostro problema non voglia rendersi conto della situazione in cui siamo, visto che insiste e, con lui, anche gli altri, tanto che vengo praticamente costretto ad accettare. Sospiro e, dopo essermi tolto la felpa ed aver preso la racchetta, mi dirigo verso il campo, seguito a ruota da lui. Aspetto di essere uno di fronte all’altro con la rete a separarci per domandargli:
“Sicuro che il braccio stia bene?” non voglio certo essere io a peggiorare la situazione.
Annuisce.
“Non so il motivo ma è come se non fosse successo niente.” invece è successo, eccome se è successo. “.. Ti lascio il servizio.” infine si volta, andando a posizionarsi sulla linea di fondo campo.
“Forza, Fuji!” mi esorta Eiji “.. Fagli vedere chi sei!” sì, certo..
Come se ce ne fosse bisogno!
Comunque sia, la partita comincia e non mi stupisco particolarmente quando mi rendo conto che non è retrocesso a due anni fa solo fisicamente ma anche come livello di gioco, dettaglio che mi consente di vincere con un 6-4 non particolarmente sudato nonostante i miei sforzi di renderlo tale. Mi asciugo la fronte con il dorso della mano, avvicinandomi a lui che sta riprendendo fiato.
“Soddisfatto?” chiedo, sperando che questo basti per farlo calmare. Chiude le mani a pugno, mordendosi il labbro ed iniziando a tremare.
Ma che..?!
Faccio per chiedergli cos’abbia ma vengo anticipato da lui che, scoppiando a piangere, esclama:
“Ho perso!” ci resto talmente di stucco che non la prontezza di fermarlo quando scappa via e lo stesso vale per gli altri.
“S-stava.. Davvero..?” mormora Momoshiro, allibito.
Piangendo?
Comportandosi come un bambino?
Sì. Direi di sì.
D’istinto, lo rincorro riuscendo per fortuna vedere in che direzione svolta una volta fuori dal cancello scolastico.
“Tezuka!” lo chiamo nella speranza che si fermi, cosa che non fa. Incremento la velocità e, nonostante gli urli di aspettare, fa ancora di testa sua, tanto che devo riuscire a raggiungerlo per prenderlo per un braccio e costringerlo ad arrestarsi.
“Tezuka..” ansimo, recuperando fiato, senza lasciarlo andare per non fargli riprendere la sua fuga “.. Si può sapere che ti prende?”
“Ho perso!” ripete, come se questa fosse una spiegazione sufficiente, sempre con le lacrime che gli scorrono lungo le guance.
“Sì, ma..” questa non è una buona motivazione.. Non è da lui reagire così!
Non mi lascia terminare la frase, riprendendo ad urlare e scoppiando di nuovo in un pianto disperato:
“Dovevo farti mostrare la tua vera forza!” mi stringo nelle spalle a causa del tono di voce decisamente troppo alto “.. Dovevo farti giocare seriamente!”
“T-Tezuka..” provo a chiamarlo, accorgendomi di come i passanti si stiano voltando nella nostra direzione.
Insomma, stiamo dando spettacolo!
Mi ignora, terminando:
“Invece ti sei solo divertito! Ti sei preso gioco di me!”
“T-Tezuka, non è vero.” cerco di farlo calmare.
“Sì, invece!” insiste, senza accennare a smettere di versare lacrime “.. Non negare!”
“Ma io.. Non mi stavo prendendo gioco di te.” anzi! Io.. Cercavo solo.. Di non ferirlo.
“Bugiardo!” insiste, singhiozzando ancora più forte “.. Io lo so quando giochi seriamente, lo sento!”
“Scusa.” bisbiglio, sentendomi in colpa e probabilmente non potendo negare la verità “.. Ma adesso calmati, va bene?” continua a piangere ma almeno smette di urlare e, scorgendo un parcogiochi poco distante dall’altra parte della strada, tendo le labbra verso l’alto, chiedendogli con una mezza idea già in mente:
“Ti va di parlare un po’?” annuisce e perciò lo conduco a destinazione. Si siede su una panchina mentre io prendo due bibite al distributore automatico, portandogliene una nella speranza che ciò lo aiuti a tranquillizzarsi ulteriormente. Pare funzionare e, sebbene abbia ancora il viso rigato di lacrime, almeno il suo respiro è tornato regolare.
“Mi dispiace.” ripeto, accomodandomi al suo fianco “.. Non volevo prenderti in giro, è solo che..”
“È solo che?” mi incita a proseguire con un bisbiglio.
Sospiro.
“È solo che non avresti potuto battermi.” non in quella forma, non in quelle condizioni.
“Perchè sono debole?” sorrido.
No.
“Perchè io non sono quello di due anni fa.” sono cresciuto, sono migliorato e lui..
Lui, beh.
È semplicemente il Tezuka che ho conosciuto all’inizio, che non aveva ancora combattuto contro giocatori che l’hanno portato a quello che è diventato.
“Non è vero.” replica con lo stesso tono, lasciandomi sorpreso “.. Altrimenti mi avresti mostrato il vero te stesso.” torno a sorridere.
“Ma io te l’ho mostrato.”
“Stai mentendo.”
“Ti sbagli, semplicemente non lo ricordi.” mi guarda, stupito e quindi gli rivelo:
“Fra quelli che per te saranno due anni, tu farai in modo di fronteggiarmi in un match. Un vero match. E lì..”
“E lì?” mi incita a continuare intanto che noto i suoi occhi illuminarsi, facendomi sorridere ulteriormente.
“E lì vincerai, dopo essere riuscito a farmi rompere i miei limiti.”
“S-sul serio?” sussurra, con una nota di speranza mista ad ammirazione nella voce che mi fa sciogliere il cuore.
Annuisco e, guardandolo seriamente affinchè non ci sia margine di fraintendimento, aggiungo:
“Tu sei l’unico contro il quale gioco dando tutto me stesso.” arrossisce leggermente mentre i suoi occhi si accendono maggiormente.
“Fra.. Due anni, dici?” annuisco.
“Due anni.”
“E.. Come sarà?” piego le labbra verso l’alto, replicando:
“Torna normale e vieni a scoprirlo.” non si aspettava questa risposta e, dopo aver fissato il terreno per qualche secondo, mormora:
“Due anni.”
“Sì.” due anni.
I due anni più lunghi e difficili della mia vita, probabilmente.
“Non sono poi molti.” commenta, mettendosi in ginocchio sulla panchina, girato nella mia direzione. Si solleva gli occhiali, rimettendoli a posto dopo essersi sfregato gli occhi con un braccio, asciugandoli “.. Quindi..” si sporge verso di me fino a far toccare le nostre labbra, lasciandomi sconvolto e, guardandomi, termina:
“Aspettami, va bene?” annuisco, non avendo la prontezza di fare qualcosa di diverso.
Credo volesse aggiungere altro ma ciò gli viene impedito dai nostri compagni di squadra che, dopo averci chiamati, ci raggiungono nel giro di pochi secondi.
“Ecco.. Dove vi eravate cacciati!” ansima Eiji, intanto che riprendono fiato. Faccio un cenno positivo con il capo e, prima che possa inventarmi qualcosa, ci pensa Tezuka ad alzarsi e, inchinandosi, affermare un:
“Scusate per avervi fatto preoccupare.” che li zittisce tutti per qualche istante.
È Oishi il primo a riprendersi, ribattendo:
“Beh, sì.. Non mi sembra sia così grave, dai.. In fondo.. La tua reazione è colpa del drink di Inui, per cui..” di nuovo nessuna parla e quindi, alzandomi, domando:
“Avete trovato una soluzione?” capiscono subito a cosa mi riferisco ed a rispondermi è sempre il nostro vice:
“Per il momento no.”
“Ma..” prosegue la causa di tutto ciò “.. Abbiamo pensato che per questa sera è meglio che Tezuka non torni a casa: per i suoi genitori sarebbe uno shok.” già! E non solo per loro! “.. Quindi, visto che non lo conoscono, andrà da Kaido, spacciandosi per un suo kohai.”
“Mi sembra che abbia una logica.” commento.
Anche il nostro capitano è d’accordo e, dopo essersi inchinato di fronte a Kaido, lo ringranzia, scusandosi per il disturbo e mettendolo in imbarazzo quando lo chiama senpai.
“Senpai.” gli fanno eco Eiji e Momo, ridacchiando e strappando un sorriso anche a me.
“Avanti!” ci incoraggia Oishi “.. Torniamo indietro!” siamo tutti d’accordo e, visto l’ora che si è fatta, recuperiamo le nostre cose, ponendo fine agli allenamenti. Ci cambiamo e, una volta sul punto di separarci, accorgendomi di come Tezuka mi guarda, gli sorrido, mormorando:
“Ci vediamo domani.” annuisce e, non essendoci nient’altro da fare, mi avvio con Taka-san verso casa.

Sospiro e, dopo aver preso la mia borsa e salutato la mia famiglia, mi dirigo verso scuola con la speranza che tutto sia tornato alla normalità. Per fortuna così pare, visto che, come entro nell’edificio, vedo Tezuka intento a cambiarsi le scarpe. Ed è di nuovo più alto di me.
“Buongiorno!” lo saluto con un sorriso “.. Come stai?” mi guarda a sua volta e, dopo qualche secondo di silenzio, risponde:
“Un po’ confuso. Ma bene.” annuisco ma non aggiungo altro, interrotto dall’arrivo di quelli del primo anno che ci circondano, contenti anche loro che il nostro capitano sia tornato normale. Poi è il turno di Momo e Oishi ed infine siamo costretti a separarci per andare a lezione, ricongiungendoci solo una volta agli allenamenti.
“Venti giri del campo.” esordisce, rivolgendosi a Inui.
“E ben dati!” commenta Eiji, prendendolo in giro “.. Così impari a usarci come cavie!”
“Veramente è lui che non è stato attento.” si difende il diretto interessato prima di fare quanto gli è stato ordinato mentre noi iniziamo i nostri allenamenti.
Sono pronto a dirigermi verso i campi per confrontarmi con Kaido, quando Tezuka mi blocca, chiedendomi:
“Più tardi hai da fare?”
“Nulla di importante.” replico “.. Perchè?”
“Ti va una partita?” ne resto sorpreso e, capendo dal suo sguardo a che tipo di partita si riferisce, annuisco.
Quindi.. Si ricorda di ieri?
Avverto il cuore battere più velocemente, specie al pensiero di quanto accaduto fra di noi ma poi scuoto la testa mentalmente, dandomi dello stupido.
È ovvio che non può essere! E, anche se fosse, era sotto l’effetto del drink di Inui, per cui..
Respiro profondamente e, per distrarmi, raggiungo il mio kohai, iniziando una partita contro di lui per scaldarmi in previsione di un altro match. Quello che si rivelerà ben più faticoso. Quello contro Tezuka.
Infatti, una volta terminati gli allenamenti, ci basta uno sguardo d’intesa per dirigerci verso la periferia della città ad uno dei campi da tennis probabilmente più sconosciuti ma che comunque ci permetterà di disputare la nostra partita dove diamo il tutto per tutto, indisturbati, anche se dobbiamo interromperci quando siamo ad un 4-3 in suo favore a causa del buio, visto che le lampadine dei lampioni non sono state cambiate.
Riprendiamo fiato e rimango sorpreso quando lo vedo piegare la testa all’indietro, emettendo un sospiro stanco però soddisfatto e.. Sereno?
“Tezuka..” mormoro, attirando la sua attenzione “..Tutto bene?” annuisce ed io, avvicinandomi alla rete, aggiungo:
“Ne sei sicuro?”
“Sì.” rimaniamo a fissarci per qualche istante, prima che commenti:
“È meglio se torniamo.” faccio un cenno affermativo col capo e, dopo aver recuperato le nostre borse, riprendiamo il treno verso la città.
“A domani.” mormora, quando siamo sul punto di separarci.
Sì.
“A domani.” rispondo, lasciandomi andare ad un sospiro non appena certo che non mi sentirà.
Alla fine è tornato davvero tutto alla normalità.
Troppo alla normalità.
Per lui ieri è come se non fosse esistito. Quel bacio è come se non fosse esistito mentre io.. Mentre io non aspettavo altro da due anni.
Ma cosa posso fare? Alla fine è accaduto tutto per via del drink di Inui, quindi.. Credo proprio che dovrò fare anch’io come se non fosse successo nulla e tornare a sperare. Sperare che forse un giorno veda in me più di un compagno di squadra, un rivale, un amico. Sperare e basta.

**Fine**

Di' la tua ma non chiederci la password! ^^

* Campo obbligatorio

Commenta *