Daily Life – Capitolo unico


Essere il ragazzo di Tezuka Kunimitsu è impegnativo.
È come un lavoro a tempo pieno.
Se uno dei due passa la notte a casa dell’altro, sono costretto a svegliarmi prima del previsto e strappato di conseguenza dal mio dolce tepore solo per indossare qualche vestito.
Una volta agli allenamenti mattutini, devo controllare che qualcuno non gli presti troppa attenzione e viceversa (una matricola in particolare).
Durante le lezioni devo riuscire a rimanere concentrato, non solo per aiutare il mio migliore amico perennemente distratto, ma anche per poter studiare di meno in previsione di test ed interrogazioni e avere più tempo libero in cui potermi dedicare a lui.
Poi, agli allenamenti pomeridiani, ho di nuovo il compito di sorvegliante.
Come finiscono, devo aspettare che sistemi le sue carte, costretto a stare buono buono su una sedia oppure vicino alla finestra.
Quelle volte in cui successivamente si va a casa di uno dei due, dopo essermi impegnato (per quel che mi riesce) sui campi ed aver soddisfatto le sue aspettative, allora è il momento di soddisfarlo anche a letto, specie se passiamo la notte insieme.
Non appena si addormenta, è il mio turno di svegliarmi, per riuscire a guardarlo in quei rari momenti in cui il suo viso è completamente rilassato e che solo io ho il privilegio di poter osservare, almeno fino a quando la stanchezza me lo consente.
Infine si riparte dall’inizio.
È un circolo vizioso che spero non abbia mai fine.

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Essere il ragazzo di Fuji Shusuke è impegnativo.
È come un lavoro a tempo pieno.
Se uno dei due passa la notte a casa dell’altro, bisogna svegliarlo prima che i relativi genitori facciano la loro comparsa in camera, in modo che abbia il tempo di vestirsi.
Una volta agli allenamenti mattutini, devo controllare che Kikumaru non gli salti addosso più di dieci volte (pena dieci giri del campo) e che anche gli altri componenti della Seigaku non facciano niente di strano (Inui in particolare, grazie ai suoi drink).
Durante le lezioni devo evitare di pensare a cosa stia facendo o con chi stia parlando (anche se posso facilmente immaginarlo), in modo da riuscire a prendere degli appunti che mi aiutino a studiare nel minor tempo possibile.
Poi, agli allenamenti pomeridiani, devo di nuovo controllare che Kikumaru non gli salti addosso più di venti volte (essendo questi più lunghi dei precedenti.. Pena: un numero adeguato di giri del campo.) e tutto il resto.
Come finiscono, devo compilare i moduli relativi al club nel più breve tempo possibile per non farlo aspettare troppo a lungo.
Quelle volte in cui successivamente si va a casa di uno dei due, dopo aver dato il meglio di me sui campi, allora è il momento di farlo anche a letto, specie se passiamo la notte insieme.
Non appena si addormenta, resto ad osservarlo, vegliando il suo sonno e accertandomi che non abbia incubi, almeno fino a quando la stanchezza me lo consente.
Infine si riparte dall’inizio.
È un circolo vizioso che spero non abbia mai fine.

**Fine**

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