Le conseguenze delle mie scelte – Capitolo V


Ci possiamo vediamo?
Devo attendere qualche secondo, prima di ottenere una risposta:
Quando?
A dire il vero.. Vorrei vederlo in questo momento..
Tuttavia, mi sforzo di rispondergli un semplice:
Appena puoi.
Sospiro interiormente.
Non è stato esattamente il modo migliore per dirgli che avevo voglia di stare con lui. Ma non sapevo com’altro fare..
E così, ho giusto il tempo di arrivare al parco vicino a casa mia e di sedermi su una delle altalene presenti, prima di vedere il mio ragazzo scendere dalla macchina, ancora con la divisa del club.
Mi alzo, raggiungendolo, ma non gli lascio il tempo di dire niente, passandogli immediatamente le braccia intorno al collo.
Rimane un attimo sorpreso, dettaglio che avverto chiaramente nel modo in cui accenna a stringermi e, immediatamente, mi chiede:
“È successo qualcosa?” mi stringo un po’ di più a lui, attendendo che faccia altrettanto, intanto che rispondo:
“No.” attendo qualche attimo, per poi confessare:
“Ma.. Ho parlato con Tezuka.” si irrigidisce e non prova nemmeno a nasconderlo.
Sorrido.
Ancora una volta, si preoccupa davvero troppo.
Nascondo il viso contro il suo collo, sfregandomi appena quando, rafforzando nettamente la presa su di me, domanda:
“Che ti ha detto?”
“Lui niente.” semi-mento “.. Sono io che avevo qualcosa da dire a lui.”
“Che cos..? E cosa gli avresti detto?” mi allontano leggermente, quello che mi basta per guardarlo quando, semplicemente, gli dico:
“Che ti amo.” e che voglio stare con lui.
Non riesce a nascondermi quanto rimanga spaesato dalle mie parole e, nonostante poi provi ad assumere quella sua aria leggermente corrucciata, non mi convince che ne sia rimasto totalmente indifferente quando borbotta:
“E non potevi dirlo direttamente a me?” mi trattengo dal ridere, sporgendomi appena un po’ di più nella sua direzione e ribatto:
“Tu dovresti saperlo bene. È lui che doveva capirlo.” non gli do il tempo di replicare, appoggiando le labbra alle sue.
Non mi allontana, ma aspetta che sia io a farlo, per poi riprendere:
“Seriamente, Fuji.”
“Uhmm.. Te lo dico solo se mi baci.” e prometti di non arrabbiarti.
Indugia qualche attimo, studiandomi, ma poi mi accontenta così che, finalmente soddisfatto, possa andare a sedermi accanto a lui su una delle panchine presenti.
Intreccio le dita e, guardando a terra, non mi freno dal mormorare:
“Prometti che non ti arrabbi?” porta un braccio sullo schienale oltre le mie spalle, replicando:
“Se questa è la premessa, allora no.” rimango in silenzio, lanciandogli una breve occhiata.
Indossa ancora la tuta..
Glielo faccio notare, ma tutto ciò che ottengo in risposta è un netto:
“Perchè non mi dici quello che devi senza giri di parole?” sospiro interiormente.
Credo che sia meglio fare come vuole, prima che si arrabbi sul serio..
“Io vorrei che le cose tra di noi fossero chiare.. Io.. Non posso fare a meno di Tezuka.” mi blocco subito e, qualche istante di silenzio più tardi, replica:
“Non puoi o non vuoi?” preciso come sempre..
“Non voglio.” ammetto “.. Perchè.. Lui continua ad essere importante per me. E il tipo di rapporto che ci lega non è così facile da trovare o da creare. Non voglio che si rompa.”
“Sei ancora attratto da lui?”
“A livello tennistico.” come potrebbe essere diversamente?
Mi volto verso di lui, così che mi guardi negli occhi quando affermo:
“Ma non è lui la persona che ho scelto. Io voglio stare con te. Non intendo scegliere tra voi due. Tu sei il mio ragazzo e lui l’alteta che devo superare. Questo è quanto.” mi fissa in silenzio, assimilando le mie parole, infine si acciglia leggermente e ribatte, con il suo tono che vuole passare per irritato ma che in realtà cela solo una mal tenuta gelosia:
“Come se mi facessi mettere da parte da lui.” sorrido.
Sono contento che abbia capito.
Mi rilasso, appoggiandomi con la testa alla sua spalla e chiudendo gli occhi, informandolo:
“Non dovresti aver timore di niente.” ha solo un momento di smarrimento, prima di intuire cosa sto per dirgli e, di conseguenza, avvisarmi:
“Scegli con cura le tue prossime parole.” lo ignoro, riprendendo:
“Sei stato l’unico che è davvero riuscito a metterlo da parte.” e a me va bene così.
Va davvero bene così.
“Fuji.”
“Tutti quelli che ci hanno provato prima di te..!” hanno miseramente fallito!
Non riesco a concludere, interrotto da una spallata che mi fa alzare di colpo la testa e, soprattutto, mi fa ridere.
“Sei contento?” di vederlo geloso? Sì.. “.. Evita almeno di farmi l’elenco, grazie.” gli sorrido, appena prima di sporgermi nella sua direzione, quel che gli serve per fargli capire che voglio essere baciato.
“Non te lo meriteresti.” mi sporgo un po’ di più.
Lo dice, e forse è anche vero! Ma ciò non toglie che io lo voglia.
E anche lui, a giudicare dal modo in cui mi accontenta.
“Grazie.” sussurro, ad un filo dalle sue labbra quando si allontana da me “.. Per avermi dato l’imput di affrontare la situazione.”
“Ma sentilo.” mi riprende, sebbene mi baci ancora prima di farmi notare:
“Chi era quello che si è arrabbiato tanto, mi ha fatto aspettare più di un’ora, mi ha liquidato con un messaggio e quando sono andato a vedere come stava mi ha pure buttato fuori dalla sua stanza?” sorrido, fingendo di pensarci.
“Non lo so!” un io che aveva preso il sopravvento.
Ma di certo non io.
Lo guardo, solo per non perdermi la sua espressione scettica, che copro io annullando la distanza che ci separa.
Dopo di che mi alzo e, guardandolo, domando:
“Devi andare?” se non si è ancora cambiato i motivi sono pochi.
Anche se non dubito che uno di questi possa essere io.
“Ho una cosa da fare.” ammette e, prendendomi per un braccio, mi tira verso di sè, facendomi sedere sulle sue gambe “.. Ma può anche aspettare.” sorrido, passandogli le braccia intorno al collo.
“Atobe..?” lo chiamo, indietreggiando e bloccando il suo tentativo di baciarmi.
“Hn?” attendo che mi guardi, per dirgli:
“Adesso.. Credo che tu non debba più nascondermi.” rimane interdetto per qualche secondo poi, finalmente, accenna ad un sorriso, facendomi notare:
“Adesso credo proprio che farò sfoggio, di te. Specialmente davanti a qualcuno.” sorrido.
Non ho difficoltà ad immaginare chi!
Torno ad appoggiarmi a lui, passandogli le braccia intorno al collo e nascondendomi contro di esse quando sussurro:
“Mi dispiace.”
“Di cosa? Di distrarti facilmente?”
“No.” mormoro, seriamente “.. Di come ti ho trattato l’altro giorno.” torna serio anche lui e mi costringe ad allontanarmi da lui per guardarmi e replicare:
“Ci stai ancora pensando?” annuisco appena, facendolo sospirare “.. È vero che non è stato un gesto molto romantico, da parte tua, ma.. Vista la situazione, forse potrei anche passarci sopra.” forse?
Glielo faccio notare, facendogli accennare un sorriso, che sparisce quando mi fa tornare contro di sè, bisbigliando:
“Smetti di pensarci.” posso davvero?
Credo che capisca da solo la mia muta domanda, a giudicare da come mi stringe, sfiorandomi appena i capelli con le labbra.
Chiudo gli occhi, lasciandomi completamente andare.
Vorrei poterlo tenere qui con me. Almeno ancora per qualche minuto..
Tuttavia, mi fa alzare poco dopo, spiegandomi:
“Devo andare.”
“Già..” mormoro, indietreggiando per dargli lo spazio sufficiente per tornare in posizione eretta “.. Qualunque cosa tu debba fare.. Dacci dentro.” sorride e, chinandosi a darmi un bacio sulla tempia, replica:
“Ovvio.” dopo di che si allontana ed io lo seguo con lo sguardo, studiando come sempre la sua figura e ripensando a quanto accaduto oggi.
“Atobe..!” si volta a guardarmi e, facendo appello a tutto il mio coraggio, confesso:
“Oggi.. Sei stato figo.” quando ha affrontato Tezuka.
Non so cosa gli abbia detto, ma a me è bastato il fatto che ci fosse.
Sorride, assumendo quella sua inconfondibile espressione di vittoria che ha quando deve giocare una partita e ribatte:
“Non lo sono sempre?” sorrido di rimando.
Sì, lo è.
Ed io sono fortunato ad averlo al mio fianco.
E difenderò anche questo legame. A tutti i costi.

** Fine **

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