Tutti pazzi per amore – Capitolo II


**Fuji**
Sospiro interiormente e, alzando gli occhi verso Oshitari, sorrido, mormorando:
“Grazie per avermi retto il gioco.”
“Di niente.” anche lui sorride, sebbene in maniera abbastanza ironica:
“Date sempre l’impressione di essere una squadra unita, ed invece..”
“Ed invece è proprio così.” replico “.. Ma non sempre si ha voglia di stare con gli altri. O sbaglio?” non risponde e quindi lo prendo come un segno che ho ragione.
Restiamo in silenzio per qualche attimo e, prima che possa perdermi nuovamente nei miei pensieri, commento:
“È strano vedere uno della Hyotei da queste parti.”
“Ho una commissione da sbrigare.” capisco..
“Posso farti compagnia?” mi guarda un attimo perplesso, replicando:
“Ma non hai appena detto..?” cosa?
Che non ho voglia di stare con gli altri?
Annuisco.
È da quando Tezuka è partito che, per un motivo o per l’altro, sono sempre in compagnia della squadra o di alcuni di loro e, anche quando provo a stare un po’ per conto mio, arriva sempre qualcuno.
Certo, non mi dispiace stare con loro, ma a volte vorrei rimanere da solo con i miei pensieri.
“E allora perchè me lo chiedi?”
“Perchè..” poi i miei pensieri prendono una sola direzione e vorrei poterne uscire prima che questi mi portino alla depressione.
Non riesco a trovare una buona motivazione con cui potergli rispondere e, per fortuna, non sembra averne bisogno, visto che, scrollando le spalle, commenta:
“Fa’ quello che vuoi.” gli sorrido e, per cambiare argomento, domando:
“Dove devi andare?” si guarda intorno, incerto e poi si blocca in mezzo alla strada, prendendosi il mento fra il pollice e l’indice, con fare pensieroso e forse anche un tantino preoccupato. Chiude gli occhi e, quando li riapre, sorride.
“Facciamo così!” si sistema gli occhiali sul naso, continuando:
“Io ti permetto di farmi compagnia e tu mi aiuti a trovare un regalo.”
“Un regalo?” annuisce, facendomi sorridere “.. D’accordo!” sembra divertente! “.. Che tipo di regalo?” devo aspettare diversi attimi, prima che, sospirando, ammetta:
“Non ne ho idea.” sorrido, ribattendo:
“Allora perchè non prendiamo qualcosa da bere, mentre ci pensi?” non ha nulla da obiettare e quindi entriamo in un bar.
Mentre aspettiamo le ordinazioni, guardo fuori dalla vetrina e non riesco a trattenere un sospiro sconsolato, quando noto Oishi ed Eiji dall’altra parte della strada che, almeno teoricamente, si stanno nascondendo.
Non ci posso credere..
Mi hanno seguito!
“Che c’è?” mi chiede l’altro ragazzo presente.
“Niente..” meglio che non sappia che hobbies ci sono all’interno della nostra squadra.
Ringrazio il cameriere che ha portato ciò che avevamo ordinato e, dopo aver bevuto un sorso di tè, è lui che riprende a parlare, anche se, più probabilmente, si tratta solo di un ragionamento ad alta voce:
“Cosa si può prendere ad una persona che ha già tutto?”
“Dipende da che tipo di persona è.” appoggia un gomito al tavolo e la testa alla mano, elencando, aiutandosi anche con le dita:
“Bella. Ricca. E famosa.” rimane in silenzio per qualche istante “.. Riassumendo si può dire che sia così.” sorrido.
“Allora non c’è bisogno che le prendi niente.” alza un sopracciglio, per niente convinto “.. O almeno.. Niente di materiale.”
“Sì, certo.” replica, scettico “.. Le prendo un mazzo di fiori, dei cioccolatini e tanti saluti!”
“Perchè no?” sospira.
“Per fortuna che ti reputano un genio!” mi metto a ridere e, iniziando a giocare con la cannuccia del mio bicchiere, gli spiego:
“Se sono il contorno di qualcos’altro, vanno più che bene.” poi, avendo intuito chi è questa fantomatica persona, aggiungo con una nota maliziosa:
“Sempre se si tratta di un’occasione speciale, ovvio.” mi guarda male, commentando:
“A quanto pare ti ho sottovalutato.” sorrido innocentemente, piegando un poco la testa di lato.
“Un errore che fanno in molti.”
“E sentiamo, allora..” mormora, incrociando le braccia al petto “.. Visto che sembri aver capito tutto, che cosa faresti tu al mio posto?”
“Io?” mormoro perplesso.
Annuisce e quindi rispondo:
“Farei in modo di organizzare qualcosa che gli lasci un bel ricordo.” gli oggetti spesso cadono, si rompono o vanno persi.
I ricordi, invece, se sono importanti, restano.
Guardo il cielo e, quando riporto gli occhi su Oshitari, ne approfitto per controllare se Eiji ed Oishi sono ancora appostati lì fuori. Così è e, ad essi, si sono aggiunti anche Inui e Kawamura.
Sospiro interiormente, trattenendomi dallo scuotere il capo.
Vorrei sapere che cosa passa nelle loro teste..
“Allora?” domando per non pensare ai miei compagni di squadra “.. Che ne dici?” rimane in silenzio per qualche attimo, prima di mormorare:
“Ci penserò.” annuisco e, dopo qualche altro scambio di battute, nelle quali lo convinco a farmi sapere come andrà, ci separiamo.
Ignorando i membri della Seigaku, mi dirigo verso casa e, una volta arrivato, mi lascio ricadere sul mio letto, portando gli occhi su quella foto che ho scattato quando siamo andati a vedere l’alba tutti insieme.
Ho voglia di rivedere Tezuka..
Se solo lui non si limitasse a scrivere qualche parola una volta ogni qualche settimana..
Mi sollevo sui gomiti e allungo una mano per prendere il cellulare che questo pomeriggio ho lasciato qui per evitare di essere rintracciato. Mi accorgo che ci sono diverse chiamate del mio migliore amico che, a giudicare dall’orario, devono essere state fatte mentre ero con Oshitari.
Ma davvero!
A che pensano quei ragazzi?
Che non possa rimanere solo con qualcuno che non siano loro?
Elimino le chiamate senza risposta e, entrando nella zona per poter inviare i messaggi, scrivo un semplice:
Come stai?
Che però rimango ad osservare.
Glielo mando o non glielo mando?
Forse non dovrei..
Alla fine sono più le possibilità che non mi risponda..
Sarà impegnato con la riabilitazione e non avrà tempo di badare al suo cellulare!
Lancio una veloce occhiata alla foto e poi prendo la mia decisione: invio.
Rimango ad osservare il display e, quando sento il telefonino vibrare, per la sorpresa lascio la presa, facendolo ricadere sul materasso.
Sarà lui?
Bene. Ci sono problemi?
Sì. Direi che è lui.
Lo stile di risposta è inconfondibile!
Non riesco a trattenere un sorriso.
No, nessuno ^^! È solo che non ci dai mai tue notizie..^^
Infine aggiungo anche un:
Quando torni?
Che, dopo diversi istanti di indecisione, cancello.
Attendo diversi minuti e, visto che il cellulare non dà segni di vita, sospiro, non aspettandomi nulla di diverso, anzi! È già tanto che non mi abbia scritto solo un Bene.!
Così vado a farmi un bagno e, dopo aver cenato, torno nella mia stanza, dove trovo un nuovo messaggio.
Torno presto.
Sorrido e, lasciandomi ricadere sul letto, rimango ad osservare quelle due semplici parole per qualche attimo, prima di stringere il cellulare a me.
Mi chiedo come faccia a capire sempre quello che penso.
Poco dopo mi addormento, felice come non lo ero da diverso tempo.

Il giorno dopo arrivo a scuola qualche minuto prima del solito, cosa che avrebbe dovuto fare anche Eiji, visto che la prima ora abbiamo il test di storia.
Invece arriva anche più tardi del solito e, fintamente arrabbiato, sibila:
“Hoi, Fuji.. Perchè non mi hai aspettato?” non riesco a rispondergli, anticipato dall’arrivo del professore che, come suona la campanella, ci distribuisce i fogli con le domande.
Sorrido al mio migliore amico, dicendogli:
“Spero che tu ieri sia riuscito studiare.” dopo aver passato il pomeriggio a seguirmi!
Ricambia il mio sorriso, sebbene il suo sia abbastanza tirato.
Inizio a rispondere ai vari quesiti e non devo aspettare nemmeno mezz’ora, prima di sentire un:
“Fuji..” appena bisbigliato proveniente da Eiji.
Faccio finta di non averlo sentito, limitandomi a finire il mio test e successivamente a guardare fuori dalla finestra.
“Fuji..” ci riprova, ottenendo lo stesso risultato.
Sorrido e solo a pochi minuti dalla fine, al suo:
“Fujiko-chan..” detto con una nota di panico mista a supplica, sposto il mio foglio di lato, in modo che possa copiare velocemente ciò che non sa.
Una volta consegnato il test, il mio migliore amico si lascia ricadere sul suo banco, bisbigliando:
“Per un momento ho seriamente pensato che non mi avresti aiutato..” sorrido, replicando:
“Allora la prossima volta che mi vedo con qualcuno, non seguirmi.” rimane un attimo sorpreso ma poi assume quella sua classica espressione arrabbiata e, dopo aver borbottato qualcosa, bofonchia:
“Hai intenzione di rivederlo?”
“Almeno di risentirlo.” in fondo.. Sono davvero curioso di sapere che cosa farà.

Continua..

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