La mia luce – Capitolo unico


“Dannazione!” sbotto, eliminando l’ultimo mostriciattolo prima che mi salti addosso.
Mi volto verso Cloud che ha già eliminato i suoi e stava aspettando che finissi anch’io e aggiungo:
“Vorrei tanto sapere perché questa città si è di nuovo riempita di Heartless. Ce ne sono più di prima.”
“Già.” mormora a voce bassa, strappandomi uno sguardo a metà tra il perplesso e il sorpreso.
“Sei.. Contento?” del fatto che siamo di nuovo invasi da esseri che vogliono rubarci il cuore?
Non risponde ma capisco lo stesso che è un’affermazione, dato che ormai lo conosco talmente bene che riusciamo a capirci senza bisogno nemmeno di un’occhiata.
Si limita semplicemente a voltarsi e, intanto che va a sedersi sul bordo del crepaccio, aggiungo:
“Perché?” piega una gamba, nascondendo il volto contro il ginocchio e, mentre lo raggiungo, mi spiega:
“Perché.. Ora so che i mondi sono di nuovo collegati, so anche se, se uno dei due se ne andasse, l’altro avrebbe comunque la possibilità di raggiungerlo..” resta in silenzio per qualche secondo, durante i quali lo osservo in attesa che prosegua, cosa che fa poco dopo:
“Mentre se i mondi tornassero a essere isolati.. E se uno dei due fosse in un mondo e l’altro non potesse più raggiungerlo, io.. Io..”
“Io troverò un modo per raggiungerti, in qualsiasi posto tu sia.” sussurro, sfiorandogli appena i capelli dietro la testa.
Piega leggermente la testa verso di me, quel poco che gli basta per vedermi e quel poco che basta a me per vedere che accenna ad un sorriso.
Mi avvicino maggiormente a lui, passandogli un braccio intorno alle spalle e non devo attendere molto prima che sollevi il volto, dandomi l’occasione di appoggiare dolcemente le labbra alle sue.
Inizialmente, mi limito ad un semplice tocco ma ben presto provo ad approfondire il gesto, senza trovare resistenze nel farlo. Quando mi allontano, resto vicinissimo alle sue labbra, soffiando direttamente su di esse:
“Te lo prometto. Ti troverò ovunque tu vada.” non lo lascio replicare, coprendo ancora una volta la distanza che ci separa e baciandolo di nuovo.
Lo amo.
E voglio che sappia che per lui farei qualunque cosa.
Interrompo il contatto e mi alzo, per poi porgergli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Non devo insistere e, pochi attimi più tardi, siamo di nuovo uno accanto all’altro, pronti per tornare verso casa ma, dopo i primi passi, mi accorgo che non mi segue.
Non faccio nemmeno in tempo a voltarmi prima di sentirlo adagiarsi alla mia schiena e mormorare:
“Quando arriverà il momento, dovrò affrontarlo.”
“Quando arriverà il momento, ci penseremo.” replico, non volendo farlo adesso “.. Insieme.”
“Insieme.”
“Insieme.” manteniamo questa posizione per un paio d’istanti, prima che si allontani da me per affiancarmi e tornare in questo modo a casa.

Apro gli occhi e la prima cosa di cui mi rendo conto è che non sto guardando gli occhi azzurri del mio Cloud.
Mi metto immediatamente seduto di scatto e, dopo aver fatto vagare lo sguardo per la stanza, vengo assalito da una pessima sensazione.
La sua spada non c’è..
Quindi è uscito..
Devo trovarlo.
Al più presto!
Infatti mi alzo e mi rivesto velocemente così che, una volta afferrata la mia gunblade, possa correre di fuori, iniziando a girare per ogni singolo angolo della città, alla ricerca del mio bel biondo, senza trovarlo.
Non va bene!
Solitamente, noi..! Noi..!
Noi siamo in completa sintonia e in ogni secondo e situazione sappiamo esattamente dove si trova l’altro!
Perché adesso, non..? Non capisco dove possa essere?
Continuo ad insistere, passando a rassegna ogni zona che mi viene in mente, dal mercato, al borgo, al castello, all’entrata posteriore, fallendo nuovamente in maniera sempre più misera.
Sempre più in confusione, non riesco a scacciare quel presentimento che ancora mi pervade e che quasi mi fa credere che non troverò più il mio Cloud.
Dove altro posso trovarlo, se non nelle zone in cui ho già controllato?
Vengo distratto dalle mie riflessioni da un lampo di luce che proviene dalla zona del crepaccio.
Ma certo!
Perché non ci ho pensato prima?
Stupido, stupido Squall!
Non perdo ulteriore tempo, recandomi a passo svelto e, soprattutto, agitato verso la mia nuova meta, pregando interiormente di fare in tempo, qualsiasi cosa stia succedendo.
Sfortunatamente non ce la faccio e, quando raggiungo la mia destinazione, mi rendo conto che ormai è tardi.
Troppo tardi..
Cado in ginocchio, mentre la mia mente si svuota ed io mi perdo in un vortice di pensieri misti a ricordi.
Ho capito solo adesso che lui stava combattendo la sua battaglia..
Senza di me..
E ora.. Ora lui.. Se n’è andato..
Definitivamente?
Oppure tornerà?
E nel frattempo?
Non è più al mio fianco e io..
E io..
E io?
Io gli avevo promesso che lo avrei raggiunto in qualsiasi posto fosse andato.
E non intendo rimangiarmi la parola data.
Non in questo caso.
Non per lui.
Infatti, leggermente rincuorato ma forte della mia decisione, mi rimetto in piedi, tornando a grandi passi dove sono certo di trovare Cid.
Spalanco la porta, attirando immediatamente la sua attenzione e, quando mi chiede:
“Che succede, Leon?” ribatto subito:
“Preparami una gummiship.” ne rimane sorpreso per qualche istante, dopo i quali, ancora incredulo, mi domanda:
“Come, prego?”
“Preparami una gummiship.” ripeto, cominciando ad alterarmi.
“Ma.. Leon..”
“Preparami una gummiship!” esclamo, sbattendo le mani sul tavolo che ci separa “.. Prima di subito!”
“Leon!” mi riprende “.. Calmati e ragiona un attimo! Non posso farlo, se non mi dici dove devi andare!” semplice!
“A riprendermi Cloud.” gliel’ho promesso.
E non intendo farlo attendere un istante più del necessario.
“A riprendere Cloud?” ripete, perplesso, facendomi rispondere con un unico cenno netto del capo “.. Perché? Dov’è?”
“Ha importanza?” so solo che non è più con me.
E io sto perdendo troppo tempo.
“Certo che ha importanza!” ribatte, irritandosi anche lui “.. Non puoi partire per lo spazio senza un’adeguata attrezzatura!”
“E allora muoviti a prepararmela! Altrimenti ci penso da solo!” restiamo a fissarci negli occhi per un paio di secondi e, solo quando capisce che qualsiasi cosa accada non muterò la mia decisione, si arrende a sospirare:
“D’accordo, d’accordo.. Mi metto al lavoro subito.. Però mi serve del tempo.”
“Quanto?”
“Qualche giorno. Minimo tre.” minimo tre..
“E sia.” cedo “.. Ma non un giorno di più.”

Sospiro, passandomi una mano tra i capelli.
Sono già passati due giorni e Cid non mi ha ancora fatto sapere nulla..
Lo so che mi ha detto tre giorni, però..
Mi manca.. E mi sembra di impazzire..
Senza i suoi occhi..
Il suo sguardo..
Il suo sorriso solo per me..
Torno di colpo alla realtà a causa di un movimento alla mia destra e, voltandomi in quella direzione, elimino al volo un heartless, immediatamente rimpiazzato da un suo simile, a cui tocca la medesima sorte.
Quasi non mi interessa neanche più ricostruire questo mondo..
Non avrebbe senso, se lui non fosse al mio fianco.
Scuoto leggermente la testa, per scacciare questi pensieri e riuscire a concentrarmi sulla moltitudine di mostriciattoli che mi circondano.
Devo resistere solo fino a domani..
Così poi partirò alla sua ricerca e..!
E chissà in quanto tempo lo ritroverò..
Mi perdo di nuovo nelle mie riflessioni, uscendone solamente a causa di un movimento alle mie spalle, che riesco ad interpretare come un attacco proveniente dall’ennesimo di questi esseri senza cuore.
Non ho la prontezza per evitarlo, pararlo o contrattaccare ma, per fortuna, non devo fare nessuna di queste tre, dal momento che il mio avversario scompare prima che possa toccarmi, lasciandomi sorpreso.
“Ma come..” commenta una voce che riconosco immediatamente nonostante il tono basso e che quasi mi fa cadere la gunblade di mano “.. Sparisco per un paio di giorni e ti arrugginisci subito?” mi basta voltarmi di poco per sbirciare dietro di me, per vedere quegli occhi azzurri che in queste ore non facevo altro che rivedere nella mia mente.
“Cloud..” bisbiglio, quasi senza credere a ciò che vedo.
Sposta la sua attenzione oltre me, mentre la mia rimane su di lui che, con una mossa rapida e decisa, smonta una delle spade che compongono la sua e, con entrambe le armi elimina qualche heartless che ci circonda, rimettendo immediatamente tutto insieme.
“Ne riparliamo dopo.. Ti va?” non posso fare altrimenti, soprattutto visto che si deve di nuovo occupare dei nostri avversari.
Riesco a riprendermi anch’io e, nel giro di qualche minuto, ci ritroviamo come spesso accadeva uno appoggiato alla schiena dell’altro, in modo da avere una panoramica sufficiente della situazione in cui siamo.
Di nuovo lui contro di me..
Indugiamo entrambi qualche secondo più del necessario, sfruttando quei pochi attimi per gustarci il lieve contatto che ci unisce, prima di separarci e occuparci della rispettiva metà, terminando abbastanza in fretta.
Faccio sparire l’ultimo mostro e ho appena il tempo di voltarmi verso il mio biondo, prima di avvertirlo lanciarsi tra le mie braccia, avvolgendomi il collo con le sue ma evitando fortunatamente la caduta di entrambi.
“Perdonami..” bisbiglia, nascondendosi maggiormente contro di me.
Ricambio la sua stretta con un sospiro di sollievo e, chiudendo gli occhi per concentrarmi meglio sugli altri sensi, porto una mano a sfiorargli i capelli, mormorando:
“Sei tornato..”
“Perdonami..” ripete e, questa volta, gli chiedo:
“Di cosa?”
“Di.. Non averti coinvolto.. Volevi che l’affrontassimo insieme, ma io.. Non volevo rischiare di perderti.. Era la mia battaglia, Squall.. Non potevo metterti in mezzo.. Avrei rischiato troppo..”
“Non importa..” sussurro, rafforzando la stretta con cui lo stringo “.. Non importa. Ora conta solo che.. Sei di nuovo con me.” non aggiunge altro, ma capisco ugualmente che è d’accordo e, sapendo entrambi che non c’è bisogno di una sola parola, rimaniamo in silenzio, uniti nel nostro abbraccio.
Veniamo disturbati pochi minuti più tardi, da una voce femminile che mi chiama urlando:
“Leon!” il biondo si stacca dolcemente da me, solo quel tanto che gli serve e gli consento per poter guardare Yuffie arrivare di corsa e, quando la ragazza si accorge di chi c’è con me, specialmente della posizione in cui siamo, si blocca di colpo, arrossendo vistosamente, per poi iniziare a balbettare:
“S-scusate! Io non..!” mi guarda e, sempre più in difficoltà, conclude:
“La.. La gummiship è pronta!” dopo di che scappa via, lasciandoci di nuovo da soli.
“Leon..” sospira il mio bel biondo, tornando contro il mio collo così che senta il suo respiro sulla pelle “.. Ancora a farti chiamare con quel nome.” rimane in silenzio per qualche attimo, dopo i quali prosegue:
“Non mi piace.. Preferisco il tuo vero nome.” sale al mio orecchio, concludendo in un soffio:
“Squall.” trattengo un brivido, cosa che non riesco a fare con un sorriso nel fargli notare:
“Solo tu mi chiami così.”
“Lo so. Ma non mi hai ancora voluto dire perché di questa decisione.” mi ricorda, tornando con il viso nell’incavo del mio collo.
“Perché.. Voglio tagliare con il passato ma.. Voglio anche tu faccia parte della mia vita nella sua integrità.” passato, presente e futuro incondizionatamente.
Lo avverto sorridere, ma torna serio subito dopo, quando mi chiede:
“Perché una gummiship?” mi guarda negli occhi e, lasciandomi leggere la preoccupazione nel suo sguardo, domanda:
“Parti?”
“Partivo.” lo correggo, sfiorandogli le labbra con le mie “.. Venivo a cercare te.” sorride appena un’altra volta, sorriso che scompare quando mi bacia, aderendo perfettamente con il corpo al mio.
Ci allontaniamo diverso tempo più tardi e, appoggiando la fronte alla sua, gli propongo:
“Torniamo?” scuote la testa, lasciandomi incuriosito e, inducendomi a sedermi al bordo del crepaccio come sempre, confessa:
“Voglio rimanere qui ancora un po’.” non ho nulla in contrario e glielo faccio capire passandogli un braccio intorno alle spalle, così da tenerlo stretto a me.
“Come ti senti ad essere tornato?” sospira e, chiudendo gli occhi, mi risponde semplicemente:
“A casa. Incredibilmente bene e.. A casa. Non facevo che cercarti. E pensarti.. Dopo aver combattuto contro Sephiroth, ero alla ricerca disperata della mia luce, ma non facevo che chiedermi dove fossi.. Cosa stessi facendo..” rimane in silenzio per un po’, poi prosegue:
“Alla fine ho capito. Ho capito che sei tu, la mia luce.. E che non ha senso per me rimanere lontano da te.” rimango colpito dalle sue parole, ma mi rilasso immediatamente dopo.
“Sono contento che la pensi così.” mormoro e mi corregge:
“Non sono io che la pensa così. *È* così. E non ci voglio fare niente.”
“Allora non farlo.. Rimani accanto a me per sempre..”
“Lo farò.” già..
Anche perché, ora che è arrivato a quella conclusione, non gli permetterò mai più di andarsene..
Nemmeno per un giorno, un’ora, un istante..
Lo voglio sempre, costantemente, al mio fianco.
Io sarò la sua luce, ma una luce ha pur sempre una sorgente, per brillare..
È lui è questo, per me.

** Fine **

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